Un ricorso in Cassazione per far valere la propria rappresentatività sindacale. Lo ha presentato il Syndicat autonome des travailleurs valdotains-Savt contro la sentenza della Corte d'appello di Torino che, nel luglio scorso, aveva scritto che al sindacato con il più alto numeri di iscritti nel comparto pubblico valdostano, manca il "requisito della rappresentatività sul piano nazionale, non essendo peraltro il Savt neppure un'associazione sindacale costituita tra lavoratori appartenenti ad una minoranza linguistica presente nella regione autonoma Valle d'Aosta".
Il ricorso è stato reso noto dal segretario general del Savt, Claudio Albertinelli, durante una conferenza stampa convocata al termine di un congresso straordinario che, in vista di quello generale del dicembre 2023, ha modificato lo statuto, stabilendo, tra l'altro, che il prossimo segretario generale sarà eletto direttamente dai congressisti e non più dal direttivo confederale e che, nel caso di cessazione delle sue funzioni, entro sei mesi dovrà essere convocato un nuovo congresso. "Da 70 anni - ha detto Albertinelli - operiamo in Valle d'Aosta e non riteniamo che la Corte d'Appello possa mettere in discussione la nostra storia. Quindi andiamo avanti orgogliosamente nella nostra strada. Non abbiamo modificato il nostro statuto in riferimento alla sentenza, ma abbiamo fatto solo delle note di precisazione".
La sentenza dei giudici torinesi aveva accolto un ricorso di Uil Fpl Vda e Cisl Cfp Vda. "Lanciamo un messaggio - ha detto il segretario del Savt riferendosi al fatto che --la sentenza di Appello deriva da un ricorso di Uil Fpl e Cisl Cfp - affinché si possa dialogare per mettere fine a queste divisioni, nel rispetto delle differenze di ognuno. La divisione a livello sindacale non fa bene ai lavoratori".