A tre giorni da Natale, le cucine di 77.000 ristoranti in Italia sono in piena attività per farsi trovare pronte ad accogliere quasi cinque milioni di persone decise a consumare il pranzo di Natale fuori casa.
Secondo l'ufficio studi della Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi della Confcommercio, il 2022 potrebbe essere il Natale del ritorno alla normalità con il numero di persone attese nei ristoranti che torna ai livelli pre-pandemia: 350 milioni di euro la spesa complessiva prevista per menù prevalentemente "all inclusive", con una spesa media di 70 euro a testa.
Al di là della spesa, condizionata dal caro materie prime per energia e alimentari, secondo la Fipe "il dato che fa riflettere maggiormente è quello dei ristoranti che non apriranno i battenti": nel 2019 il 71,8% degli imprenditori apriva a Natale per il pranzo; dopo due anni di pandemia, il dato si ferma al 65,1%, una cifra inferiore persino al 2021 quando era il 67,6%.
Per Graziano Dominidiato, presidente della Fipe Confcommercio della Valle d'Aosta, "è probabile che le cause di questa dinamica dipendano da diversi fattori. L'oggettiva difficoltà di reperire personale da qualche anno influenza negativamente il mercato del lavoro, ma dall'altra anche la volontà degli imprenditori di staccare la spina almeno in una giornata particolare come il Natale per consentire a loro stessi e ai collaboratori di trascorrere la festa con i propri familiari".