Cronaca - 25 gennaio 2023, 17:50

Processo Geenna: e adesso che succede?

Processo Geenna: e adesso che succede?

In base a una tempistica indicata dalla procedura giudiziaria in materia di delitti di mafia, il prossimo 22 aprile si conclude la decorrenza termini della detenzione cautelare e torneranno in libertà Antonio Raso, Nicola Prettico, Monica Carcea e Alessandro Giachino, arrestati il 23 gennaio 2019 con altre 12 persone nell'ambito dell'inchiesta Geenna sulle presunte attività illecite di una 'locale' di 'ndrangheta ad Aosta.

Ieri però la Corte di Cassazione ha annullato le condanne inflitte loro in secondo grado di giudizio e ha rinviato il procedimento in Appello per un nuovo processo, assolvendo invece definitivamente e con formula piena il quinto imputato, Marco Sorbara, da ogni accusa.

Tutto da rifare, quindi, per i quattro imputati della costola 'aostana' del procedimento (quella 'torinese' vede alla sbarra in Cassazione altri sette imputati per il prossimo 20 aprile) che saranno nuovamente giudicati in Corte di Appello a Torino in quanto la Suprema Corte romana non ha ravvisato - nella monumentale indagine svolta dalla Dda e dai carabinieri di Aosta - il reato 'associativo' che contraddistingue una 'ndrina e siccome la 'ndrangheta è un'associazione, se quest'ultima non c'è per gli Ermellini non c'è nemmeno la 'ndrangheta.  

Annullata e rinviata a nuovo giudizio dunque la sentenza di secondo grado (quella in Appello a Torino nel luglio 2021) non è così scontata per gli avvocati difensori l'ipotesi (che pur stanno seriamente valutando) di chiedere la scarcerazione anticipata dei loro assistiti e questo perché devono tenere conto di un fattore importante: tutti e quattro gli imputati erano stati condannati anche in primo grado dal tribunale di Aosta a pesanti pene detentive e pertanto quella sentenza resta per ora l'unica 'vigente': un'istanza di scarcerazione senza aver prima letto le motivazioni della decisione della Cassazione (che non saranno pubblicate prima di due mesi ovvero a fine marzo) potrebbe non avere molte chances di essere accolta. E una volta lette le motivazioni della sentenza di terzo grado e preparata l'istanza, dì lì al giorno prestabilito per la remissione in libertà (22 aprile, per l'appunto) mancherebbe così poco che difficilmente i legali si avventureranno in un'iniziativa costosa e forse, a quel punto, inutile. 

In Appello, poi, potrà ancora succedere di tutto: i giudici potrebbero assolvere con formula piena gli imputati; condannarli per i reati di associazione 'ndranghetista e quindi confermare le pene comminate nel luglio del 2021 (e si tornerebbe probabilmente in Cassazione) oppure riconoscere l'assenza del reato associativo e condannarli per voto di scambio semplice, corruzione o tentata corruzione ma senza l'aggravante mafiosa.

Se così fosse Carcea, Raso, Prettico e Giachino resterebbero comunque liberi perché di fatto, dopo anni di arresto cautelare, avrebbero già scontato abbondantemente la pena.

patrizio gabetti

SU