Raccolte al Mercato - 01 febbraio 2023, 19:30

Ma cos'è l'anno bisestile e perché esiste?

E anche se il 2023 non è un anno bisestile, la redazione ha deciso di iniziare questo mese di febbraio dedicandolo alla spiegazione del 'giorno in più'; un tour tra storia, astronomia e superstizione

Photo Credit FrascatiScienza

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L’anno bisestile prende il nome dall’espressione latina bis sexto die (sesto giorno ripetuto). Nell'epoca romani si aggiungeva al calendario un giorno in più dopo il 24 febbraio, detto ante diem bis sextum Kalendas Martias (sesto giorno prima delle Calende di marzo).

L’anno bisestile è, sostanzialmente, un anno che conta un giorno in più – tradizionalmente il 29 febbraio – e che nel calendario giuliano cade ogni 4 anni (negli anni, appunto, divisibili per 4), mentre nel calendario gregoriano – il nostro – cade sia ogni 4 anni che negli anni secolari divisibili per 400.

Giulio Cesare fu il primo ad introdurre l’anno bisestile nel calendario, anche se ai tempi aveva caratteristiche differenti.

Per i Romani infatti gli anni bisestili cadevano prima delle calende,(le calende rappresentavano il primo giorno del mese),di marzo ossia il 24 febbraio. Solo quando si iniziarono a contare i giorni in modo progressivo partendo dal 1° la data fu traslata al 29 febbraio.

Il principio ed il motivo però erano sempre gli stessi: colmare l’approssimazione che per forza di cose doveva essere fatta sul moto di rivoluzione della Terra.

L’applicazione degli anni bisestili è stata però definitivamente regolarizzata da Ottaviano Augusto a partire dall’8 d. C. 

Il mese di febbraio comprendente anche il giorno 29 serve a colmare un gap temporale nel mutare delle stagioni, ed è tipico dei calendari solari, giuliano e gregoriano.

La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi a completare un'orbita intorno al Sole, il che non coincide con il calendario gregoriano attualmente in utilizzo, che di giorni ne conta solo 365.

Dal momento che entro un secolo senza utilizzare l’anno bisestile si avrebbe uno sfasamento tra anno solare e anno tropico di circa 24 giorni, si è deciso di introdurre un giorno in più ogni 4 anni per riequilibrare la tempistica. La durata media dell’anno si 'allunga' quindi  rispetto a quella solita. Diventa così di 365,25 giorni (ovvero 365 giorni e 6 ore) riducendo il gap con l’anno tropico.

Spieghiamo meglio questo concetto astronomico avvalendoci di informazioni raccolte dagli specialisti del settore.

I movimenti astronomici che rendono necessario l’introduzione dell’anno bisestile sono il moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole e il moto di precessione dell’asse terrestre. 

L’asse terrestre, a causa della sua inclinazione (di un angolo di 23°) rispetto al piano su cui giace l’orbita della Terra (piano dell’eclittica) e, per effetto dell’azione gravitazionale combinata della Luna e del Sole, ruota descrivendo nel cielo una circonferenza nell’intervallo di tempo di 25800 anni.

Attualmente la punta nord dell’asse terrestre è diretta verso la Stella Polare, al tempo degli Egizi (3000 anni fa) puntava Thuban ,la vecchia stella polare, e in futuro tra 14000 anni punterà Vega (prossima stella polare), per poi tornare a puntare nuovamente l’attuale Stella Polare  tra 25800 anni ,dopo che l’asse avrà tracciato una circonferenza completa.

La Terra si comporta come una trottola per cui non solo ruota su sé stessa attorno al proprio asse, ma ruota anche l’asse, il quale descrive una circonferenza sulla sfera celeste. Il moto rotatorio dell’asse è detto moto di precessione. La Terra ruota in verso antiorario sull’orbita attorno al Sole, invece l’asse terrestre esegue la rotazione di precessione in senso orario, perciò il nostro pianeta per mostrarsi nella stessa posizione dell’anno precedente rispetto al Sole, non ha bisogno di un giro completo sull’orbita, ma di un angolo poco inferiore a 360°. Precisamente ha bisogno di 50" di arco in meno a causa del moto di precessione che lentamente sposta la faccia della Terra rivolta verso il Sole, anticipando di circa 20 minuti ogni anno il moto completo di rivoluzione.

Cos'è l anno tropico e l'anno siderale?

In termini di tempo la Terra si ritroverà nella stessa configurazione rispetto al Sole ogni 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Così è definito l’anno solare detto anno tropico. Invece il tempo impiegato per compiere una rivoluzione completa di 360° attorno al Sole, è detto anno siderale e ha durata di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9 secondi (20 minuti in più – equivalenti ad un’ampiezza angolare di 50’’ d’arco)

Gli astronomi sono conoscenza già da secoli di questi moti celesti e si è stabilito che il calendario seguisse la misura dell'anno tropico, cosicché equinozi e solstizi si verificassero all’incirca lo stesso giorno senza anticipare di anno in anno a causa della precessione, ed evitando così di avere le stagioni sfalsate ,ad esempio la primavera a novembre.

Il calendario giuliano imponeva che la durata di un anno dovesse essere di 365 giorni e 6 ore; quindi la somma delle 6 ore per 4 anni, dava origine a un giorno in più. Ma 365 giorni e 6 ore, sono 11 minuti in più rispetto alla durata dell’anno tropico e nei secoli la somma di 11 minuti ogni anno, avrebbe dato vita a giorni e giorni di scarto.

Perciò il calendario Gregoriano attualmente utilizzato, prevede la sottrazione di 3 bisestili ogni 400 anni, portando la durata dell’anno a 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi. Lo scarto resta, ma non è di 11 minuti in più ogni anno, bensì di soli 26 secondi. Questi scarti non si possono eliminare definitivamente perché non è possibile aggiungere le frazioni di giorno al calendario.

Il giorno bisestile viene ancora oggi inserito nel mese di Febbraio: il 29 Febbraio.

La continua precessione dell’asse terrestre, anticipa di anno in anno la posizione della Terra sul piano dell’eclittica.

Per concludere lo scopo principale che ha portato all’introduzione dell’anno bisestile è quello di eliminare, rispetto ad un osservatore sulla Terra, i moti apparenti della precessione dell’asse terrestre di modo che le stagioni cadano sempre più o meno lo stesso giorno. Se invece prendessimo come riferimento l’anno siderale tutto questo non accadrebbe e di anno in anno le stagioni cadrebbero sempre 20 minuti prima rispetto all’anno precedente.

Ma quale sarà il prossimo anno bisestile?

Il prossimo e quindi il 2024. 

Nonostante le tradizioni e le leggende lo definiscono funesto ci auguriamo sia il contrario!

Ma dove origina questa superstizione?

"Anno bisesto, anno funesto", quante volte lo abbiamo sentito dire...

Di scientifico e razionale non abbiamo proprio niente tra le mani, ma tornando un po’ indietro nel tempo forse possiamo trovare la motivazione che si nasconde dietro al detto popolare. Si pensa siano stati i romani a pronunciare per primi questa frase perché nell’antica Roma febbraio era il Mensis Feralis, dedicato ai defunti.

Nel 1400 il nonno di Girolamo Savonarola disse che i bisesti erano nefasti e che avrebbero distrutto greggi e vegetazioni. Come se non bastasse a trasformare funesto l’anno bisesto ci sono stati alcuni eventi tragici di portata mondiale che si sono verificati proprio in occasione dell’anno bisestile.

Epoca dopo epoca detti e leggende sugli anni bisestili si sono susseguiti fino ad arrivare ai giorni d’oggi.

"Anno bisesto, anno funesto e triste quello che gli viene appresso" "anno bisesto tutte le cose van di traverso", "anno bisestile chi piange e chi stride"

E in giro per il mondo cosa accade il 29 febbraio?

Nel mondo anglosassone l’anno bisestile è definito ,Leap Year letteralmente del salto. Secondo una tradizione legata all’Irlanda e a San Patrizio il 29 febbraio è l’unico giorno in cui le ragazze possono chiedere al fidanzato di sposarle. Chi non accetta dovrà pagare pegno.

In Grecia gli anni bisestili registrano un calo di matrimoni perché l’anno è considerato sfortunato. In Scozia si temono sventure per il bestiame e in Russia si pensa che il tasso di mortalità durante questi 12 mesi sia più alto. 

La Cina, invece, considera l’anno bisestile un periodo di abbondanza e di prosperità!

 

red.laprimalinea.it

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