In pochi sanno che il Mont Émilius deve il suo nome a Émilie Argentier, una giovane alpinista che, nel 1839 ad appena 14 anni, fu la prima donna a scalarlo. Era insieme al canonico Georges Carrel, che lo aveva scalato per primo nel 1826 quando ancora era conosciuto come “Le Pic de Dix Heures”, in contrapposizione alla Becca di Nona, “Le Pic de Onze Heures”, e che decise di chiamarlo Émilius proprio in onore della giovane ragazza.
Una storia che merita di essere conosciuta e raccontata, e che ha portato all’ideazione della courte pièce théâtrale “Emilie Argentier, entre histoire et fantaisie” da parte dell’Associazione “Amis du Cimetière du Bourg”, già presentata in occasione delle Journées de la Francophonie 2023.La pièce in francese verrà riproposta domenica 16 luglio alle 18 presso il Cimitero di Sant’Orso di via Guido Rey ad Aosta, dove Émilie Argentier è sepolta, proprio all’indomani della prima edizione del vertical K3000 'Émilius 3559'.
“Si tratta di un evento che abbiamo organizzato in collaborazione con il Comune di Charvensod nell’ambito del protocollo d’intesa siglato nel 2022 – dichiara Clotilde Forcellati, Assessora alle politiche sociali, abitative e alle pari opportunità del Comune di Aosta. Con questo evento, che si svolge in concomitanza con la gara, vogliamo ricordare la prima scalatrice donna a raggiungere la cima dell’Émilius e che, visti i tempi in cui non si poteva dare un nome femminile alla montagna, non ha potuto vedere riconosciuta pienamente la sua impresa”.
“In un mondo, quello dell’alpinismo, in passato fortemente declinato al maschile, l’impresa di una giovanissima Émilie Argentier di quasi 200 anni fa getta nuova luce sulla storia di questa disciplina e su quella che è la “nostra” montagna – commenta l’Assessora alle Politiche Sociali, Istruzione e Salute del Comune di Charvensod Francesca Lucianaz. Per questo ci fa molto piacere far conoscere la sua storia, ed in particolare farlo proprio il giorno dopo la prima edizione della nostra gara Emilius 3559”.