In cosa Dio è davvero rapido? Nell’offrire il suo perdono! E’ quanto emerge dalle letture della XVI domenica del tempo ordinario. La prima, tratta dal libro della Sapienza, si conclude con queste parole: “dopo i peccati, tu concedi il pentimento”; il salmo 85 ci ricorda che Dio è lento all’ira ma ricco di amore e di fedeltà e di conseguenza sempre pronto ad offrirci la sua misericordia; la seconda, tratta dalla lettera di san Paolo ai romani, sottolinea che c’è sempre chi ci viene in soccorso ed è lo Spirito Santo, tanto più quando dobbiamo fare i conti con le nostre debolezze ed in particolare con i peccati.
Il brano di Vangelo ci richiama al fatto che ognuno deve fare il suo mestiere e di conseguenza solo il Signore può levare la zizzania che ogni giorno e in ogni tempo germoglia nel campo della storia del mondo e di ogni individuo, solo Lui può eliminare il peccato e il male. Perché allora non impariamo a confidare un po’ di più nella misericordia di Dio? Siamo talmente convinti di poter fare tutto da soli che ci illudiamo di auto salvarci, spesso viviamo il 'fai da te' della fede e lo stesso vale quando dobbiamo fare i conti con il peccato. E’ come se una persona che scopre una malattia grave ed importante decidesse di curarsi da sé, senza ricorrere ad alcun aiuto medico. Chi di noi, se dovesse stare all’improvviso male, non chiamerebbe subito i soccorsi? Chissà perché invece quando si tratta dei nostri peccati li lasciamo stagnare e macerare dentro di noi permettendo che imputridiscano, contaminando la nostra interiorità e di conseguenza le nostre relazioni.
Basilio Cascella (1860-1950) è stato un artista italiano che mosse i primi passi nel mondo della creatività aiutando il padre nella professione di sarto ma ben presto, all’età di quindici anni, scoprì di essere tagliato per altro e perciò lasciò Pescara, il suo paese natale, per aprirsi ad altre realtà quali Roma, Napoli, Milano che lo avvieranno sui sentieri dell’arte, della pittura e in particolar modo al settore della grafica. Negli anni venti aderisce al fascismo e nel 1929 verrà eletto deputato ma la sua passione resterà l’attività artistica che spesso metterà al servizio del governo.
'Italiani aiutate la Croce Rossa nell’assistenza ai tubercolosi' è un’opera grafica realizzata nel 1917 con il compito preciso di sensibilizzare gli italiani nella lotta alla malattia infettiva; infatti l’Ufficio Provvidenze Sanitarie Sociali promosse una grande campagna di propaganda tramite la diffusione di manifesti, volantini, giornali e film per una sempre maggior diffusione di una buona pratica igienico-sanitaria da parte della popolazione. Nel caso dell’opera di Cascella vi è una crocerossina che si affaccia sul globo terrestre intenta a trafiggere con uno stiletto la testa di un drago che simboleggia la tubercolosi. C’è un pericolo serio che affligge da sempre l’umanità ed è il peccato, si insidia in ciascuno di noi in varie forme e varianti, va innanzitutto riconosciuto e poi affidato a chi è specializzato nel debellarlo e l’unico è Dio con la sua misericordia.
La croce rossa sul petto della donna e sulla sua testa, senza volerlo, ci rimanda a quella di Cristo, rossa perché carica di sofferenza ma allo stesso tempo di amore per l’umanità. Nel salmo 85 ad un certo punto c’è questa frase: Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t'invoca. Misericordia è un termine che indica un cuore che si muove verso.
Dio è sempre pronto a muoversi verso di noi, a venirci in soccorso ogni qualvolta ci troviamo nel peccato, è sufficiente invocarlo, chiamarlo così come chiameremmo immediatamente un’ambulanza in caso di necessità. Non so come passerete questa estate e se avrete del tempo per fermarvi e riposare, credo però che sia importante individuare un momento per metterci davanti a Dio, dinanzi ad un crocifisso o ad un’immagine religiosa che ci aggrada o recarci in un luogo che ci aiuta a connetterci con Lui per chiederci con grande onestà: quali peccati sto lasciando dentro di me sotto il tappeto?
Forse non tutti li posso individuare ma basterebbe già soltanto uno. Peccato inteso come quel qualcosa che si è insidiato in me e che mi pesa, che mi rende triste, affaticato, che mi porta a non vivere bene con me stesso e con gli altri.
Una volta individuato portiamolo nella confessione perché sia Dio a prendersene cura e a neutralizzarlo.
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Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta.
Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte.
Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura. Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea.
Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.
Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito.
Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.
Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo. Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore. Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.