Entrare in un locale pubblico e vedersi circondati da cartelli di divieto e avvisi di non meglio precisato 'controllo' non dà sicuramente sensazioni di accoglienza, anzi è il contrario: ci si sente ospiti sgraditi.
Ed è stata questa la sensazione che mi ha colto venerdì entrando a Le Mignon Bar Creperie di Brusson. "Ma si potrà almeno respirare?", mi sono chiesto di fronte ai tanti 'inviti' a 'non fare questo', non fare quello'...e via dicendo. Dopo di me sono entrate tre donne, una delle quali disabile psichica. Erano a me vicine; ho notato nei loro volti la mia stessa perplessità e ho sorriso quando una di loro ha mormorato esattamente come avevo fatto io "ma qui si potrà almeno respirare???".
Quelle signore si sono sedute ma la titolare le ha fatte subito spostare a un altro tavolo; loro hanno cambiato di posto e poi, se ben ricordo, hanno chiesto un caffè, un orzo e una bottiglia di acqua. Colui che credo sia il contitolare del locale ha portato le comande al tavolo ma prima di servire ha detto di non distinguere più la tazzina dell'orzo da quella del caffè. Così dopo aver tentennato le ha riportate dietro il banco, dove la donna (presumibilmente sua moglie, a quanto ho capito) ha brontolato qualcosa e ha rifatto una delle due bevande dubbie. Più tardi una delle tre clienti si è alzata per andare in bagno: giunta di fronte alla porta ha estratto il telefono cellulare si è messa in posizione per scattare un selfie. A quel punto la titolare del Mignon l'ha apostrofata urlando duramente: "Cosa fa? Scatta fotografie nel mio locale? Sta fotografando il frigo gelato? L'ho vista che sta fotografando il frigo gelato! Non glielo permetto, metta via il telefono!"
La cliente con tono pacato ha risposto di essere intenta a scattarsi un selfie e con tono ironico ha chiesto alla titolare se era permesso respirare, ma l'altra a quel punto è diventata improvvisamente aggressiva, ripetendo più volte ad alta voce di fronte al bar pieno di clienti: "Lei è una buffona, uscite tutte dal mio locale, questa è casa mia" ha urlato più volte e io ho visto che la cliente disabile si stava agitando molto mentre la terza cliente assisteva alla scena sgranando gli occhi incredula. L'amica le ha sorriso cercando di stemperare la situazione e si è avvicinata al tavolo ma la titolare ha continuato a inveire contro di lei davanti a tutti i clienti, come me esterrefatti: "Lei è una psicopatica, dovete andarvene..." e a quel punto la cliente le ha chiesto a basso tono cortesemente di calmarsi perché con lei c'era una donna psicologicamente sensibile a quella situazione ma la titolare continuava a inveire fintanto che, uscita la donna "fragile" la cliente ha detto: "Si rende conto di avermi dato della psicopatica davanti a una persona che ha realmente problemi psichiatrici?". La risposta della titolare del Mignon è stata a dir poco sorprendente da quanto è stata indegna: "Allora siete psicopatiche in due..." ma il peggio doveva ancora venire perché in quel momento il marito/compagno/contitolare di questa che mi sento di poter definire 'pseudo-ristoratrice' si è portato con fare minaccioso a pochi centimetri di distanza dal viso della cliente con le braccia aperte e tese l'ha praticamente 'spinta' (pur senza toccarla ma con forte pressione psicologica e atteggiamento minaccioso) fuori dal bar. Anzi ricordo che ha urlato più volte la frase "io non ti tocco ma dovete andarvene da casa mia", Siete delle pazze". Cosa da lasciare senza parole, la titolare ha anche minacciato di "chiamare i carabinieri" (sic!!!). La cliente ha mormorato all'amica che se non fosse stato per la terza persona che non stava bene avrebbe aspettato volentieri i carabinieri ma non volendola turbare ulteriormente preferiva lasciare perdere.
Quando la cliente ha replicato, tenendo testa a quella a dir poco 'strana coppia', dicendo "Voi mi cacciate senza nemmeno sapere chi sono", e ha aggiunto " senza conoscere le normative della privacy in un locale pubblico insultandomi davanti a tutti, ora vi comunico che inizio a registrare i vostri insulti"- con tutta evidenza riferendosi al fatto che stavano buttando fuori dal bar esseri umani che non avevano fatto nulla di male- la titolare le ha detto "allora fammi vedere il tesserino", come a dire "se hai un tesserino sei 'qualcuno' e allora ti rispetto, altrimenti per me sei solo una merdaccia..." mentre il marito applaudiva con le mani. Roba da film.
La seconda delle tre clienti ha tentato di pagare il conto ma il marito della titolare glielo ha vietato urlando intimandola a uscire, fino a che la signora ha insistito con gentilezza e ha lasciato il conto pagato, (richiesto tra l'altro urlando dalla moglie).
Le due amiche, ripeto, (la donna fragile era già fuori), infine sono uscite dal locale, preoccupate soprattutto per evitare che la situazione potesse degenerare in presenza della terza loro amica, che con tutta evidenza non stava bene.
Io frequento la Valle d'Aosta da diversi anni ma ciò che ho visto ieri alla Creperia Le Mignon di Brusson mi ha lasciato senza parole, sbalordito. Mi sono sentito male io per loro e se non sono intervenuto personalmente è stato solo per evitare di peggiorare la situazione. Ma ci ho pensato tutto il giorno e tutta la notte perché, al di là del fatto che fotografare sé stessi in un locale pubblico non è certamente reato e nessuno può impedirlo, così come fotografare semplici mobili o arredi non corrisponde certo a una violazione della privacy (al limite, il titolare del bar può chiedere le foto scattate non siano pubblicate e diffuse, ma non può certo impedire che vengano scattate), la reazione scomposta, violenta, aggressiva dei titolari del Mignon non ha giustificazione alcuna.
La cliente maggiormente bersagliata da insulti e minacce andandosene ha detto coraggiosamente a quell'uomo che la 'spingeva': "Me ne vado ma questa cosa non finisce qui...".
Beh, io spero che se ne ha gli estremi, quella donna possa rivolgersi a chi di competenza per l'eventuale tutela legale della propria incolumità e della propria dignità in quanto è stata calunniata di fronte a tutti i clienti, minacciata e discriminata, dal momento che è stata insultata con un epiteto utilizzato come offesa ossia "psicopatica" inoltre in presenza della terza donna che era con lei, una signora con reali problemi psichici.
Quanto ai gestori del Mignon...preferisco non dilungarmi troppo ma se questa è l'accoglienza che viene riservata a un turista e in particolare a un essere umano, credo che non metterò più piede in questa vallata, quantomeno alla creperia Le Mignon di Brusson, con molto rammarico per tutti gli altri gestori del posto, cordiali e accoglienti, e mi porterò a casa un brutto ricordo della Valle d'Aosta.
Credo che la parola "vergogna" sia insufficiente per spiegare il disagio creato alle tre donne e a tutti i clienti che si trovavano in quel locale, intesiti per tutti i cartelli ripetutamente affissi in ogni angolo del bar, in particolare quello della toilette che mi pare citasse "si prega di chiedere le chiavi, il bagno è sotto controllo e sorveglianza (alla faccia della privacy), chi sporca pulisce!!!"; mi aspettavo quindi di vedere la titolare in piedi che controllava fuori dalla porta il cliente fare i propri bisogni...purtroppo o per fortuna in quel momento nessuno vi si è recato, o meglio prima che la cliente che stava recandosi venisse insultata per un banalissimo selfie che tentava di impostare sulla sua fotocamera.
lettera firmata con firma verificata
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