Avrebbe simulato una maldestra rapina Per non pagare un debito di 550 euro che aveva con un coetaneo, avrebbe simulato una maldestra rapina finita nell'unico modo possibile: il suo arresto.
Accusato dai carabinieri di Aosta di rapina in concorso, simulazione di reato, procurato allarme e di aver indotto due minori a commettere un reato è un ventenne aostano, E.N., incensurato.
I fatti risalgono all'1 agosto il giovane aveva dato appuntamento all'amico vicino al cimitero di Jovencan dicendo che gli avrebbe restituito i soldi che gli doveva. Pochi minuti dopo, i due ragazzi sono stati minacciati e rapinati da due persone vestite di nero e armate di una pistola risultata poi giocattolo.
Le due 'vittime' hanno raccontato ai carabinieri, arrivati in pochi minuti, di essere stati rapinati dei cellulari, dei soldi e dei documenti.
E.N. ha anche detto di essere stato colpito con il calcio della pistola alla testa, ma il racconto di quest'ultimo è parso da subito poco convincente.
Dalle indagini è infatti emerso che era stato proprio E.N. a organizzare la rapina, assieme a due amici minorenni (la cui posizione è ora al vaglio della Procura per i minori di Torino).
A casa dei minorenni sono poi stati trovati i cellulari, i soldi, la pistola giocattolo, i vestiti con cui avrebbero commesso la rapina e un coltello da cucina.