Raccolte al Mercato - 01 settembre 2023, 15:00

Chi era John Nash, il genio matematico raccontato in 'A Beautiful Mind'

La triste vita di uno scienziato del '900 segnato da un lungo periodo di malattia mentale che gli non impedisce di continuare, fino alla sua scomparsa, a produrre teorie e concetti ancora utilizzati ai nostri giorni

PhotoCredit FinanceCue

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Nato il 13 giugno 1928 a Bluefield negli Stati Uniti, John Nash fu uno tra i matematici più geniali e brillanti  del Novecento, rivoluzionando l'economia con i suoi studi di matematica applicata alla teoria dei giochi.

Il padre, che si chiamava con lo stesso nome, era nativo del Texas, lavorava per l'Appalachian Power Company di Bluefield, in Virginia. La madre, Margaret Virginia Martin, dopo il matrimonio intraprese la carriera di insegnante di lingua inglese e saltuariamente di latino.

Con un'abilità fuori dal comune nell'affrontare i problemi da un'ottica nuova trovando soluzioni eleganti a problemi complessi, come quelli legati all'immersione delle varietà algebriche, alle equazioni differenziali paraboliche alle derivate parziali e alla meccanica quantistica John Nash vince (unitamente a Louis Nirenberg)  il Premio Abel 2015 «per i sorprendenti e fondamentali contributi alla teoria delle equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari e alle relative applicazioni all'analisi geometrica». Il primo premio risale al 1994 , Premio Nobel per l'economia.

Dieci anni di malattia lo perseguitano e fermano il suo lavoro: nel 1959 infatti inizia a soffrire di schizofrenia che a lungo deve curare in ospedali psichiatrici, solo dopo il 1970 la sua salute comincia a migliorare permettendogli di tornare al lavoro accademico a metà anni '80.

Scrorriamo nel dettaglio le pagine più importanti della sua vita:

John Nash già da piccolo possiede un carattere solitario e particolare; la sua frequentazione scolastica presenta numerosi problemi. Alcune testimonianze di chi lo ha conosciuto lo descrivono come un ragazzo piccolo e singolare, solitario e introverso. Pareva avere più interesse per i libri piuttosto che alla condivisione delle ore di gioco con altri bambini. Nonostante il padre lo tratta come un adulto, fornendogli in continuazione libri di scienza e stimoli intellettuali di tutti i tipi, trascorre la sua infanzia in un clima familiare sostanzialmente sereno, con genitori che certo non mancavano di dimostrare il proprio affetto. Dopo qualche anno nascerà la sorella Martha, e grazie a lei John riesce ad integrarsi un po' di più con gli altri coetanei riuscendo anche a farsi coinvolgere nei giochi usuali dell'infanzia. Tuttavia, mentre gli altri tendono a giocare insieme, John spesso e volentieri preferisce rimanere per suo conto, divertendosi con aeroplani o automobili.

La situazione scolastica inizialmente non è delle migliori, gli insegnanti non si accorgono del suo genio e del suo talento ponendo l'attenzione invece sulla sua mancanza di socializzazione definendolo come un alunno indietro rispetto alla media.

Il riscatto scolastico si presenta al liceo dove John Nash dimostra la propria superiorità intellettuale rispetto ai compagni, ottenendo considerazione e rispetto in classe.

Vince una borsa di studio a seguito di un lavoro di chimica e si reca allora a Pittsburgh, alla Carnegie Mellon, proprio per studiare chimica.

Con il passare del tempo il suo interesse per la matematica va aumentando sempre più, dimostrando abilità eccezionali, specialmente nella soluzione di problemi complessi, anche se con gli amici si comporta in modo sempre più eccentrico non riuscendo a instaurare rapporti di amicizia con entrambi i sessi. 

Partecipa alla Putman Mathematical Competition, un premio molto ambito, ma non vince: sarà questa una delusione cocente, di cui parlerà anche dopo vari anni. In ogni caso si mostra da  subito come un matematico di primo ordine, tanto da ottenere offerte da Harvard e Princeton per seguire un dottorato in matematica. Sceglie Princeton dove avrà modo di conoscere, fra gli altri, giganti della scienza come Einstein e Von Neumann.

J.Nash non è mai stato interessato a unica teoria così come a intrecciare rapporti con altri specialisti o eventualmente a fondare una scuola. Desiderava invece risolvere un problema con le sue forze e i suoi strumenti concettuali, cercando l'approccio più originale possibile alla questione.

Nel 1949, mentre studiava per il suo dottorato, sviluppò alcune teorie che 45 anni più tardi gli valsero il premio Nobel. Durante quel periodo Nash stabilì i principi matematici della teoria dei giochi.

Un suo collega, Ordeshook, ha scritto: "Il concetto di equilibrio di Nash è forse l'idea più importante nella teoria dei giochi non cooperativa. Se analizziamo le strategie di elezione dei candidati, le cause della guerra, la manipolazione degli ordini del giorno nelle legislature, o le azioni delle lobby, le previsioni circa gli eventi si riducono ad una ricerca o a una descrizione degli equilibri. Detto in altri termini e banalizzando, le strategie di equilibrio sono tentativi di predizione circa il comportamento della gente."

Nel frattempo Nash comincia ad avere i primi segni di malattia. Conosce  una donna, cinque anni più vecchia di lui, che gli dà un figlio. Nash non vuole aiutare la madre economicamente, non riconosce il figlio, anche se si occuperà di lui per tutta la vita, sia pure saltuariamente, perché  conduce un'esistenza piuttosto complicata girovagando di qua e di là. Incontra un'altra donna, Alicia Lerde, che diventerà sua moglie ed è proprio in questo periodo che visita anche il Courant, ove incontra L. Nirenberg, che lo introduce a problematiche delle equazioni differenziali alle derivate parziali.

In questo campo ottiene un risultato straordinario, uno di quelli che potrebbero valere la medaglia Fields, e che è legato a uno dei famosi 23 problemi stilati da David Hilbert nel 1900. Ma un italiano, Ennio De Giorgi, del tutto ignoto e in maniera indipendente, ha risolto anch'egli lo stesso problema, pochi mesi prima.

Al conferimento del Nobel, lo stesso Nash con grande onestà dichiarerà che: "...fu De Giorgi il primo a raggiungere la vetta".

Nash comincia a occuparsi delle contraddizioni della meccanica quantistica e anni dopo confesserà che probabilmente l'impegno che mise a questa impresa fu causa dei suoi primi disturbi mentali. Cominciano i ricoveri e comincia anche un lunghissimo periodo della sua vita in cui alterna momenti di lucidità a quelli di malattia ma nonostante questo calvario riesce comunque a lavorare, raggiungendo anche risultati assai significativi, nonostante le sue condizioni mentali sembrano seriamente deteriorate.

I suoi disturbi più evidenti si mostrano nel fatto di vedere ovunque messaggi criptati (provenienti anche da extraterrestri) che solo lui può decifrare e nel fatto che affermi di essere l'imperatore dell'Antartide o il piede sinistro di Dio, di essere cittadino del mondo ma a capo di un governo universale. A ogni modo, fra 'up and down', John Nash conduce la sua vita al fianco della moglie che lo sostiene in tutti i modi e con grandissimi sacrifici.

Finalmente, dopo lunghi travagli, all'inizio degli anni '90, le crisi sembrano avere fine. Nash può tornare al suo lavoro con maggiore serenità, integrandosi sempre di più nel sistema accademico internazionale e imparando a dialogare e scambiare idee con altri colleghi. Il simbolo di questa rinascita è contrassegnato nel 1994 con il conferimento del premio Nobel.

Muore il 23 maggio 2015 pochi giorni prima di compiere 87 anni: John Nash e sua moglie Alicia sono rimasti uccisi in un incidente automobilistico nel New Jersey: mentre stavano salendo su un taxi, il veicolo è stato colpito da un'altra auto.

Di seguito il trailer del film che racconta, seppur romanzata, la sua biografia.

La sua malattia e il recupero sono raccontati nel libro di Sylvia Nasar 'Il genio dei numeri' del 1998 e successivamente nel film (liberamente ispirato al libro) 'A Beautiful Mind' del 2001 diretto da Ron Howard, in cui Nash viene interpretato dall'attore Russell Crowe.

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