Attualità - 12 settembre 2023, 09:00

Assessore Guichardaz, 'rete scuole valdostane modello per l'Italia'

Assessore Guichardaz, 'rete scuole valdostane modello per l'Italia'

Con aule e strutture "belle, sicure, colorate, attrezzate", in Valle d'Aosta esiste "una rete di scuole sparse sul territorio che credo sia unica, assicuriamo l'offerta formativa anche nei luoghi più remoti: quest'anno abbiamo aperto classi con tre bambini, per dire lo sforzo dell'amministrazione e del sistema scolastico, e i nostri numeri per classe sono mediamente più bassi dei famosi 25-28 alunni che altrove sono riferimenti quasi sempre normali e utilizzati per l'assegnazione dei docenti".

Lo ha ricordato ieri, nel suo discorso in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico, questa mattina alla scuola Walter Riblan di Arvier, l'assessore regionale al Sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz.

L'assessore ha aggiunto: "Ogni anno stanziamo risorse enormi per assicurare il livello delle nostre strutture e dotazioni: parlo di decine di milioni di euro per la costruzione di nuovi edifici o porzioni di edifici e la manutenzione dell'esistente". Anche il corpo docente ha "assegnazioni che qui si fanno annualmente, con continui aggiustamenti in corso d'opera; nel resto d'Italia le assegnazioni avvengono ogni triennio, e chi si è visto si è visto".

La scuola di Arvier è stata intitolata, con lo scoprimento di una targa, allo storico sindaco del paese (Walter Riblan): alla cerimonia, con Guichardaz erano presenti il presidente della Regione, Renzo Testolin, il sindaco di Arvier, Mauro Lucianaz, i figli di Riblan, Arsène e François. L'assessore ha ricordato anche l'importanza della scuola pubblica e inclusiva: "Per noi che viviamo in un bel posto, in una meravigliosa regione, la scuola appare come una cosa normale, dovuta, scontata. Eppure non è così ovunque: pensate a cosa succede in alcuni luoghi del mondo dove la scuola è preclusa ai bambini (che magari sono costretti a lavorare sin da subito, al posto di imparare...), alle bambine (in alcuni luoghi le femminucce non hanno gli stessi diritti dei maschietti e la scuola viene loro impedita per l'idea che l'istruzione debba spettare solo ai maschi, in quanto 'esseri superiori', sostengono loro...). E che dire di quei luoghi dove la povertà estrema, le guerre, i cataclismi climatici e ambientali fanno finire la scuola in fondo alle classifiche delle priorità".

E ancora: "Che dire di quei regimi che fanno andare avanti solo i più dotati, precludendo ogni possibilità di accesso all'istruzione a tantissimi bambini e ragazzi considerati non all'altezza dell'investimento, precludendo quindi la possibilità, che poi è l'essenza della libertà individuale, di scegliere che cosa fare quando ci si avvia ad essere adulti, quale ruolo avere nella società?". Guichardaz non parla solo di "regimi totalitari", ma "anche di Stati cosiddetti democratici che applicano criteri di selezione impietosi nella convinzione che i più deboli, o quelli che appaiono tali, debbano essere relegati a ruoli e a compiti minori e marginali".

Guichardaz ha ricordato il tema dell'inclusività dei più fragili: "Solo quest'anno gli operatori di sostegno assicureranno 8.500 ore di supporto alla settimana a insegnanti, bambini e ragazzi. Siamo passati da poco più di 3,5 milioni di euro stanziati per gli operatori di sostegno nel 2017 a circa 11 milioni nell'anno scolastico in corso. Una cifra incredibile, che va a sommarsi al costo del personale docente (e in più sono tantissimi anche gli insegnanti di sostegno); dati questi che ci raccontano di una scuola e di una politica (diciamocelo!) attenta ai bisogni dei più fragili".

red.laprimalinea.it

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