Un’intensa attività in ambito non solo culturale ma anche e soprattutto ambientale ha contribuito quest'anno ad accrescere la visibilità della fortezza valdostana, affiancandosi alle più tradizionali campagne di comunicazione. Dall'1 gennaio al 31 agosto gli ingressi sono stati 237.033, includendo anche gli eventi della rassegna Estate al Forte di Bard che hanno avuto ottimi riscontri di pubblico.
Rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid, quando gli ingressi nell’analogo periodo furono 183.426, è stato registrato un incremento del 29,2 per cento. In aumento anche la percentuale di visitatori stranieri, cresciuta sino a raggiungere una media del 15 per cento, con una punta del 24 per cento nel mese di agosto.
Nel primi otto mesi di quest'anno il Forte di Bard ha implementato la rete di collaborazioni e partnership in Italia e all’estero con l’obiettivo di rafforzare il posizionamento nel panorama culturale facendo leva, in modo particolare, sulla vivace progettualità in ambito fotografico e scientifico legata alla fusione dei ghiacciai.
Una tematica che ha consentito al progetto L’Adieu des glaciers - avviato nel 2020 - di ritagliarsi nel tempo uno spazio di primo piano nell’ambito del dibattito in atto sulle conseguenze del cambiamento climatico. E questo grazie all’ampia rete di partner che vede coinvolti l’Università degli studi di Torino, il Comitato Glaciologico Italiano, la Cabina di Regia dei ghiacciai valdostani e che si è sviluppata in parallelo anche sulle Alpi Orientali attraverso il progetto La memoria dei ghiacci, che vede in campo la Fondazione Università Ca’ Foscari di Venezia, il Muse di Trento e l’Associazione Sesia Val Grande Geopark.
"Attraverso la ricerca scientifica in ambito climatico abbiamo lavorato per fare del Forte di Bard un punto di riferimento per quanto concerne le tematiche connesse alla montagna e al delicato ecosistema alpino - spiega la presidente dell’Associazione Forte di Bard, Ornella Badery -. La divulgazione è parte della nostra mission e si declina non solo attraverso mostre, conferenze ed eventi con le scuole del territorio, ma anche con un fitto rapporto di scambi e relazioni verso l’esterno che si sono tradotti in importanti progetti culturali e scientifici".
In questo contesto, il Forte di Bard è stato ospite di prestigiose manifestazioni per presentare le finalità del progetto L’Adieu des glaciers e l’intensa produzione di libri che lo accompagna.
"Il nostro obiettivo è costruire reti attraverso progetti culturali; la scorsa primavera abbiamo partecipato al Trento Film Festival con cui è nata una collaborazione che si tradurrà in una serie di proiezioni dei film premiati nell’ultima edizione che proporremo nel corso dell’autunno a corollario della mostra 'Il Monte Bianco: ricerca fotografica e scientifica' - prosegue la presidente Badery -. Questa estate siamo stati presenti al Salon international du Livre de Montagne di Passy con la grande mostra dedicata al pittore e alpinista francese Gabriel Loppée e a breve, dal 29 settembre sino all’8 ottobre, torneremo all’estero, questa volta in Svizzera, alla Foire du Valais di Martigny con un focus dedicato alla fusione dei ghiacciai e alle trasformazioni cui sono soggette le Alpi".
Il Forte di Bard è stato poi ospite dal 6 al 10 settembre alla ventisettesima edizione di Festivaletteratura, il Festival internazionale dedicato alla letteratura di Mantova. La conferenza 'Ciò che raccontano i ghiacciai', con relatori Michele Freppaz, nivologo e professore ordinario di Pedologia all’Università di Torino e Giorgio Vacchiano, scienziato ed esperto di foreste, ha visto esauriti tutti i 200 posti dell’aula magna dell’Università.