Eventi e appuntamenti - 21 settembre 2023, 23:50

Stefano Balbis, il deejay performer che fece scuola d'arte al Discostudio Divina

Questa sera, venerdì 22 settembre, il risto-discoclub Lido' di Sarre ospiterà dalle ore 19 sino a notte inoltrata, l'evento 'Divina 1985-2007'. Una serata in cui si rivivranno le atmosfere caratteristiche e mai uguagliate dello storico locale aostano

Stefano Balbis (foto archivio Wanner Orsi)

Stefano Balbis (foto archivio Wanner Orsi)

E' divenuta un'abitudine che non teme intemperie né cicli stagionali. Stefano Balbis scende dall'auto, fa qualche passo, poi si ferma di fronte a una grande impronta sul terreno e rimane lì, per diversi minuti, a fissarla, insensibile al vento gelido come al sole cocente; refrattario ai brividi che scuotono il suo corpo come alle pesanti gocce di sudore che gli imperlano il viso e appannano gli occhi.

Quell'impronta per terra disegna il perimetro di quella che per tanti anni è stato il Discostudio Divina di Aosta, ovvero per Stefano la sua casa, il suo mondo, il suo luogo perfetto, una dimensione intima e sociale insieme, privata e comunitaria. Un posto di lavoro, certo, e di comprensibili fatiche - perché la professione di deejay è dura e difficile, tutt'altro che un gioco - ma anche e soprattutto di gioie condivise e segrete, incorniciate da sere indimenticabili, da attimi fissati nel tempo,  sigillate da amicizie e amori. La vita, insomma. 

E pensare che tutto era cominciato per puro caso, perché al giovanissimo Stefano Balbis nel 1987 l'idea di 'fare il disc jockey' non era nemmeno passata per l'anticamera del cervello. Ma un giorno di quell'anno incontra il suo ex compagno di scuola Christian Bari, che gli chiede di accompagnarlo a Radio Valle d'Aosta 101 dove voleva fare un provino. Detto, fatto e per la prima volta Stefano mette piede in uno studio radiofonico.

Mentre Christian si esibisce, sul piatto a un certo momento 'gira' un pezzo strumentale: lui non aveva mai sentito nulla di simile. "Ma io questa la so!", si lascia sfuggire a voce alta e i presenti, divertiti, gli mettono in mano un microfono e lo invitano ad accompagnare la musica cantando. "Visto che la sai..." dice uno sorridendo. Il brano è un rap, ad Aosta in quegli anni sono pochi quelli che possono vantare competenze musicali di quel tipo, figuriamoci un ragazzino...Ma Stefano canta e...incanta. Nessuno ride più, mentre lui con tono, ritmo e tempo perfetti snocciola in inglese le strofe del brano. Insomma, alla fine il provino lo ha fatto lui. Lo vogliono in radio a tutti i costi e lui, un po' per meritato orgoglio e un po' per incoscienza, accetta. E' curioso, entusiasta, attento: non passano molti giorni prima che Stefano s'imbatta in radio in un giovane in maglietta e cappellino che, con la massima tranquillità e in maniera assolutamente naturale, quasi disarmante, si destreggia magistralmente intrattenendo in diretta al microfono gli ascoltatori mentre nel contempo le sue mani lavorano alla consolle approntando jingles, pubblicità da mandare in onda, programmazione dei brani.

Uno spettacolo, Tullio Macioce. I due stringono amicizia, Stefano cerca di imparare tutto il possibile dai gesti esperti del suo nuovo amico e quando questi, un giorno, gli dice "senti, mi hanno chiesto di mettere dischi alla discoteca Divina e vorrei che venissi anche tu", lui prima si schermisce: "Io? ma figurati! Con tutte quelle persone che ballano e chiedono dischi...lavorare di notte, in un locale...ma nooo!" ma poi accetta, anche perché Tullio con grande umiltà lo rasserena: "Guarda che neanche io sono così bravo...impareremo". 

Le cose vanno, però, diversamente da come Stefano se le era immaginate. Lui temeva di arrancare, ancora non sapeva che quel mondo gli si sarebbe aperto in modo del tutto inaspettato, concedendogli una fiducia e un credito che saranno poi da lui ampiamente ricambiati.

Di lì a poco, Tullio e Stefano si trovano in mano le chiavi del Divina: possono andarci quando vogliono per cimentarsi, fare le prove, allenarsi al mixer. Inizia così a muoversi nelle loro coscienze quel meccanismo di autentica 'simbiosi' con il locale, che li porterà a trascorrere ore e ore di mixaggio nella cabina del Divina, per poi trovarsi, esausti, ad addormentarsi sdraiati sui divanetti.

Imparano in fretta, Tullio e Stefano, il secondo forse ancora più velocemente del primo: il talento emerge, si perfeziona, inventa, cristallizza. E sono cristalli luminosi e musicali. Colpiscono al cuore uno dei proprietari del Divina, Mauro Baccega, che una sera durante le prove entra in cabina per verificare di cosa è capace Stefano e quando ne esce è trasognato, entusiasta: quel ragazzo non è soltanto un deejay, è uno showman, un presentatore, un creatore di emozioni.

Da quella sera tutto cambia al Discostudio: Stefano dal nulla si inventa delle sigle musicali e 'parlate', durante le quali 'racconta' la discoteca, la musica che vi si balla e i suoi personaggi. Ed è subito spettacolo: le serate iniziano con lui che - armato di un prezioso radiomicrofono Sennheiser in mano e un faro 'occhio di bue' costantemente puntato - parte camminando dal fondo del locale e attraversa in lungo e il largo la pista trasformandola in una sorta di palco teatrale a 'stile libero' su cui parla, chiama, sollecita, racconta, diverte, improvvisa e stupisce. Un artista di spettacolo prima ancora che un intrattenitore, prima ancora che un deejay.

A Stefano e Tullio si aggiunge di lì a poco Pierluigi Vacchiero; anche lui è un gestore del Divina ma è anche un musicista autenticamente appassionato, competente e 'sanamente folle'. E così passa il tempo, passano i mesi e gli anni e soprattutto in quel luogo magico, in quel 'Discostudio Divina' passano quattro generazioni di valdostani che vi depositano sera dopo sera un'energia collettiva che Stefano Balbis assicura ancora oggi di avvertire chiaramente in quel preciso angolo di Aosta e non si fatica a credergli. Parla di 'sacralità del luogo', Stefano, quando parla del Divina ma senza alcuna esaltazione, senza alcuna presunzione: è un respiro, un immersione nel ricordo, nelle pieghe del tempo che riportano alla mente il vissuto e talvolta come per magia riportano alla luce materialmente veri e propri cimeli rimasti nascosti.

"Sento di aver avuto un privilegio straordinario, condiviso con Tullio e Pierluigi - spiega Stefano - ovvero quello di essere il 'custode' di questo luogo, di questa fonte di energia che sento ancora viva e attiva. E che mi ha costretto tanti anni fa a uscire dal mio guscio, a me che sono fondamentalmente una persona piuttosto riservata".

Wanner Orsi, uno che del Divina ha vissuto gli anni migliori, anzi tutti gli anni, ed è un vero e proprio 'scovatore di cimeli' della storica discoteca, ha recentemente ricordato a Stefano i suoi inseparabili stivaletti di pelle dai quali per anni non si era praticamente mai separato. "Hanno girato il mondo quegli stivali -  ricorda sorridendo Balbis - li ho indossati in estate e in inverno, qui e ovunque, persino durante un mio lungo viaggio negli Stati Uniti. E Wanner mi ha ricordato divertito la 'disperazione' di Mauro Baccega, lui storico proprietario del Divina sempre impeccabile in giacca e cravatta, nel dover far buon viso a un deejay che dopo anni circolava ancora con degli stivaletti divenuti ormai davvero 'improponibili'...ma anche questa è stata la magia del Divina, la comunanza d'intenti fra persone così diverse".

Quanto al suo lavoro al  mixer del Discostudio, tutti ricordano gli spettacolari Dj set di Stefano e ovviamente degli altri bravissimi deejay che si sono avvicendati in cabina; le serate interminabili, con la pista stracolma di gente dalle prime battute all'ultimo giro di piatto.

Domani sera, venerdì 22 settembre, il risto-discoclub Lido' di Sarre ospiterà dalle ore 19 sino a notte inoltrata, l'evento 'Divina 1985-2007'. Ideata dal pr aostano Mimmo 'Batman' Avati, la serata rivivrà le atmosfere caratteristiche e mai uguagliate del Divina: La prospettiva è quella di un viaggio a ritroso nel tempo. Per l’occasione saranno presenti in qualità di ospiti d’onore alcuni dei gestori della storica discoteca che si sono alternati negli anni: Massimo Lattanzi, Severino Logozzo (l'idea di aprire il locale nacque da una chiacchierata tra Lattanzi e Logozzo nell'abitacolo di Citroen DS...) Pierluigi Vacchiero, Mauro Baccega,  Orlando Bizzotto. Saranno ricordati Francesco Salzone e Claudio Tagliaferro, scomparsi da alcuni anni.

 Ci saranno inoltre diversi Dj che hanno deliziato con le loro scelte musicali giovani e meno giovani: Bob Sinisi, Alex Virgili, Tullio Macioce, Maurizio Stefanoli, Dario Girelli, Rogers Volpi, 'Ieia' Ierardi, Lorenzo Plebs. Non ci sarà, però, Stefano Balbis.

"No, io per svariate ragioni non ci sarò - conferma - ma posso dire che Mimmo Avati organizzando questa serata mi ha fatto il regalo forse più bello della mia vita. La diffusione della notizia di questo evento ha avuto un effetto domino che su di me si è riversato con una positività inaspettata: io che tutto sommato, anche per il mio carattere schivo, ho sempre creduto di 'stare sulle palle' a diverse persone, sto ricevendo tantissime attestazioni di stima e affetto, di sincera amicizia, che davvero non avrei mai pensato di ottenere. Ho scoperto che esistono tante persone che mi vogliono bene e questo per me rappresenta forse l'esperienza più gratificante della mia vita. Sono  e sarò profondamente grato e riconoscente a 'Batman' per questo e per avermi fatto rivivere nella mente quei giorni incredibili. Posso dire che è stato per me provvidenziale, mi ha liberato da un incubo vecchio di anni".

E Stefano a questo punto svela l'episodio che forse più di altri ha contribuito negativamente alla sua temporanea 'chiusura' interiore. Una sera al Divina si stava esibendo al microfono quando una troupe della Rai salì in cabina per intervistarlo. Lui ovviamente si interruppe e toccò a Tullio informare gli avventori del fatto che stavano intervistando Stefano. La gente in pista reagì con degli sfottò e dei 'buuh', diretti con ogni probabilità alla troupe televisiva che aveva interrotto la performance di Balbis ma che a  quel giovane di una sensibilità esacerbata sembrarono diretti esclusivamente contro di lui. Beh, forse ora, dopo la valanga di complimenti affettuosi, di 'likes' non virtuali ma genuinamente umani e sinceri ricevuti, Stefano Balbis starà probabilmente prendendo atto che quella sera si era sbagliato. E, in silenzio di fronte a quell'impronta di un luogo che fu e che è ancora acceso e vibrante nel cuore, avvertirà attorno a sé il calore sincero di tante altre persone e il viaggio nei ricordi sarà un percorso da attraversare insieme.

patrizio gabetti

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