Ha 45 anni il gressonaro Franco Collé, recordman quattro volte vincitore del Tor des Géants (2014, 2018, 2021, 2023); primo italiano a vincere, nel 2015, una gara di Coppa del Mondo di corsa in montagna e si potrebbe continuare ancora per molto.
E ha un palmarès - seppur più breve anche per ragioni anagrafiche - non meno straordinario la 34enne Giuditta Turini, sua compagna nella vita, amante fin da piccola della montagna e appassionata di ‘terreni tecnici’ in vetta. Ha iniziato a correre i trail nel 2017 e quello stesso anno vince il ‘Tot Dret 130 km’; di lì in avanti, primo posto ai campionati italiani Fidal nel ‘trail lungo Porte di Pietra 70 km’ nel 2021 e nel ‘trail lungo UTLO 60 km Lago d’Orta’ nel 2020. Nel 2022 si aggiudica il titolo di campionessa mondiale di ‘Skyrunning-Sky ultra Bettelmatt 60 km’; segue, lo stesso anno, il nono posto ai campionati ‘Mountain Trail Running- ultra rail 80 km’ in Thailandia. Sempre nel 2022 vince il primo premio nella gara ‘The Coastal Challenge- Costa Rica’, sei tappe per un totale di 241 km.
Due campioni che hanno portato e portano alto il nome della Valle d'Aosta nel mondo, Franco e Giuditta, senza aver mai perso, però, la loro semplicità e il loro attaccamento alla terra natìa. Qualità emerse mercoledì sera durante il sesto appuntamento di 'Aperitivo col Campione', la 'parata' di vip sportivi valdostani organizzata al Grand Hote Billia&Resort di Saint-Vincent che li ha visti protagonisti di un 'faccia a faccia' a 360 gradi con il giornalista Luca Casali.
Carriera sportiva, testimonianze di vita vissuta, aneddoti personali ed esperienze emotive, debolezze comprese, sono state raccontate con grande trasparenza e sincerità dai due 'mostri sacri' del trail e dell'ultratrail.
In occasione dell’incontro sono stati preparati l’Aperitivo e il Menu del Campione con gli ingredienti consigliati e preferiti da Franco Collé e Giuditta Turini.
Una serata volata via tra ricordi, conferme, piccoli 'segreti' rivelati. Per entrambe, gli inizi di carriera furono quasi casuali e per questo ancora più sorprendenti: dopo una parentesi calcistica prima e scialpinistica poi, Franco Collé si diede allo snowboard per poi abbandonarlo e dedicarsi alla corsa in montagna, scoprendo così di avere un talento al di là delle migliori aspettative. Fu sua sorella, a sua insaputa, a iscriverlo al Tor nel 2012: "Ti ho iscritto al Tor des Géants, secondo me ce la puoi fare”, gli disse. E due anni dopo lo vinse.
Giuditta Turini aveva 28 anni quando raccolse la sfida di suo padre, grande sportivo e guida alpina: "gareggiamo nel Tot Dret e vediamo chi vince...". Vinse lei, e da allora non si è più fermata. Nel corso della serata, 'guidata' dai tempi e dalle domande di Casali, è emerso un particolare su tutti, valido per Franco come per Giuditta: puoi avere un fisico eccezionale, un'esperienza maturata in anni di gare, puoi conoscere il territorio meglio di altri concorrenti, ma per ottenere risultati sorprendenti e superare le tante e impreviste difficoltà durante una gara 'estrema' come possono esserlo un Tor o un Mountain Trail dall'altra parte del pianeta, devi avere innanzi tutto la 'testa', devi essere psicologicamente in perfetta armonia con te stesso. Riuscirci non è affatto semplice ed è un percorso, come ha precisato bene Collé, cui si arriva per gradi, anno dopo anno, vittoria dopo vittoria ma anche rinuncia dopo rinuncia.
'Trovarsi', poi, nella vita, anche questa non è una cosa facile perché la preparazione e gli impegni agonistici sono tanti e talvolta 'lontani' da quello che può essere il concetto di 'vita di coppia'. Giuditta ha sottolineato benissimo come il fatto di condividere la stessa passione e di fatto lo stesso 'mestiere' (quello di campione!) abbia reso a entrambi le cose più semplici, ma anche qui contano la pazienza, la capacità di accettarsi e capirsi, la mediazione tra l'intimità, la famiglia e il successo sportivo, le gare, i podi, i fans.
Giuditta e Franco non hanno mai avuto e non hanno nemmeno oggi la pretesa di essere un 'modello' da seguire, un esempio da imitare a tutti i costi. E a ben guardarli, ascoltandoli, se ne coglie prima di tutto l'umanità, la semplicità, la gioia sincera e l'orgoglio meritato di essere in grado di lasciare un segno, certamente. Ma soprattutto la capacità di dare, la generosità, il rigore e il grande spirito di sacrificio. Qualità che prima di qualunque altra forgiano i campioni, da sempre.