Religio et Fides - 17 dicembre 2023, 07:00

'Field of Light', Bruce Munro (1959)

Lettura d'arte domenicale a cura di Don Paolo Quattrone

'Field of Light', Bruce Munro (1959)

 

 

Individuiamo anche per questa terza domenica di Avvento qualche elemento che ci consenta di percepire che Dio è davvero presente nel nostro vissuto. Per farlo volgiamo lo sguardo alla seconda lettura, a ciò che san Paolo scrive ai Tessalonicesi e in particolare sottolineando il seguente passaggio: “Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie...”.

C’è un esercizio che non mi stanco mai di sponsorizzare perché ci aiuta ad accorgerci del passaggio del Signore nella nostra esistenza ed è quello di ringraziare, appena svegli e in particolar modo prima di addormentarci, ripercorrendo la giornata e dicendo a noi stessi e a Dio i motivi per i quali rendere grazie. Si tratta in pratica per riconoscere le luci che costellano la nostra esistenza pur tra le nubi e le oscurità che ognuno, chi più chi meno, possiede.

Domandiamoci: quali sono i miei punti luminosi? Non si tratta di andare con la mente soltanto a ciò che possiedo, alle mie qualità, risorse o possibilità ma anche alle persone che ho accanto.

Nel brano di Vangelo il Battista viene presentato come un punto luminoso chiamato a indicare la luce di Cristo ma molti non si sono accorti di lui e della sua missione e questo accade anche a noi: troppe volte non ci accorgiamo dei tanti Giovanni Battista che compaiono sulla nostra strada. Quali persone con la loro presenza, vicinanza e affetto e, a volte, mettendoci anche in difficoltà sono state o sono punti luminosi? Dio sovente ama rendersi presente attraverso uomini e donne concreti mentre sovente ci attendiamo che debba manifestarsi per vie anomale o strabilianti.

Tornando a San Paolo sottolineo una seconda frase: “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono”. Ritengo che Dio si riveli a noi anche attraverso le buone idee che sorgono nell’animo come punti luce. Occorre fare però un’importante distinzione: lo Spirito Santo ci parla tramite le ispirazioni e il demonio attraverso le suggestioni. Le prime spirano da dentro e hanno la caratteristica di lasciarci liberi, si propongono e non si impongono, bussano discretamente alla porta. Le seconde indicano la condizione di chi è sotto la gestione di qualcun altro, si impongono, ci manipolano e hanno l’obiettivo di condurci verso il male ma per ingannarci devono travestirsi da luci.

Quando in noi si accende un’idea, un pensiero, occorre vagliarlo per comprendere se è davvero per il mio bene e quello altrui o se si tratta di un inganno del diavolo e questo per evitare di scambiare lucciole per lanterne. Come comprendere la differenza? Si tratta di soppesare i pensieri, di interrogarli e per farlo occorre fermarsi e mettersi un attimo in preghiera, sovente invece andiamo dietro a ciò che ci viene in mente con superficialità. Per il solo fatto che quell’idea si è affacciata ritengo che sia buona e giusta. Mettiamoci davanti a Dio e chiediamoci se quel pensiero è davvero un bene. Occorre poi far aspettare quell’intuizione che ho avuto prima di permetterle di entrare nella mia esistenza, le faccio fare un po’ di anticamera in quanto il tempo ci aiuta a comprendere se ciò che mi è balenato in testa è buono o meno; infine è utile confrontarmi con una persona di fiducia. Proprio a questo punto ritorniamo ai nostri punti luce, ai Giovanni Battista che ci possono aiutare a fare chiarezza, attraverso i quali Dio ci suggerisce la buona strada.

Bruce Munro (1959) è un artista contemporaneo anglo-australiano che ha fatto della luce la sua forma espressiva principale; sono celebri le installazioni luminose Field of Light (campo di luce) realizzate nel Deserto Rosso nell’Australia centrale, simili a fiori di luce realizzati da migliaia di sfere a stelo illuminate da fibre ottiche. Lui stesso afferma al riguardo:  “Volevo creare un campo illuminato di steli che, come il seme dormiente in un deserto secco, sarebbe scoppiato in fiore al crepuscolo con dolci ritmi di luce sotto una coperta ardente di stelle”.

Ognuno di noi ha i suoi deserti, le proprie ombre, nubi e oscurità ma non dobbiamo mai arrenderci nel credere e nel riconoscere che vi sono luci con le quali Dio si mostra, si fa presente ed è vicino. Tutto questo innanzitutto nelle persone che davvero ci amano e che amiamo, i compagni di viaggio, quelle persone che ci accolgono, ci ascoltano e anche che ci pungolano così come in quelle ispirazioni che attraverso lo Spirito Santo suscita in noi per aiutarci a camminare sui sentieri della vera vita.  

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Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta. Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte. Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura.

Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea. Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.

Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito. Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.

Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo. Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore.

Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.  

don Paolo Quattrone-red.laprimalinea.it

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