Sarà il tribunale di Aosta (prima udienza a fine gennaio, la seconda pochi giorni dopo) a stabilire chi ha ragione, tra l'Azienda regionale di edilizia residenziale pubblica-Arer da una parte e, dall'altra, il raggruppamento edile milanese Consorzio Stabile Da Vinci e l'impresa Costruzioni e Restauri srl che stanno realizzando due dei sette lotti di cantieri del Bonus 110 al Quartiere Cogne di Aosta ovvero il 'Giachetti 1' (vie Cavagnet, Lexert, Salimbeni) e il 'Liconi 3' in via Liconi.
O meglio 'stavano' realizzando, perché da mesi i cantieri del superbonus ai palazzi Erp sono praticamente fermi, inattivi e il ritardo nella consegna, rispetto ad altri terminati o in corso di ultimazione, è notevole.
La committente Arer ha tacciato di inadempienza contrattuale e ha applicato delle penali a Consorzio e impresa i quali, dal canto loro, assistiti dall'avvocato catanese Grazia Maria Tomarchio, il 30 novembre scorso hanno inoltrato ricorso contro la stessa Azienda regionale chiedendo un accertamento tecnico preventivo (procedimento cautelare che serve a determinare le cause tecniche oggettive che hanno determinato un problema o un vizio operativo). I due lotti hanno un valore di poco meno di tre milioni di euro ciascuno, su un totale di 17 milioni e mezzo di euro per l'intera riqualificazione Bonus 110 al Quartiere Cogne.
Nel ricorso Tomarchio le imprese lamentato che il progetto (contrattualizzato il 27 marzo 2023) a base di gara si è rivelato da subito "del tutto lacunoso e carente, tale da comportare un sostanziale rallentamento dell'impresa e una totale fase di impasse, che attualmente la stazione appaltante non riesce a superare, ma che addirittura sta mascherando da potenziale danno dell'impresa, tanto da aver anche applicato delle penali". Nel ricorso sono riportate una serie di carenze e/o difetti progettuali (soprattutto del lotto Liconi 3 ma anche sul Giachetti 1) difficili o impossibili da superare, secondo le imprese: voci di prezzo e disegni esecutivi mancanti per opere pretese dal committente, richieste di eliminare alcune lavorazioni, disegni di dettagli non corrispondenti alla realtà e via di questo passo. Una perizia di variante per eliminare alcune problematiche è stata disposta sul lotto Giachetti e l'appalto a una ditta specializzata è stato siglato una ventina di giorni fa, ma intanto il tempo è passato e il Bonus 110 è ormai scaduto per passare ora al 70%. Per il lotto Liconi 3 il ricorso delle imprese parla apertamente di 'progetto solo formalmente esecutivo" e "privo di disegni e particolari esecutivi" con "elaborati lacunosi" e sostanzialmente basati "su uno stato di fatto difforme dalla realtà, privo anche di indicazioni su opere provvisionali per le lavorazioni sui balconi, alle pavimentazioni e per la demolizione di ringhiere, oltre a problematiche di smaltimento rifiuti da cantiere. Con la richiesta di accertamento tecnico preventivo le imprese vogliono si conceda loro il tempo per completare alcuni lavori e nel contempo che venga stabilito che altre opere richieste non possono essere eseguite.
L'Arer però non ci sta: "Suona alquanto singolare - spiega il direttore dell'Azienda, Manuele Amateis - che tutti questi problemi siano stati ravvisati su due soli lotti su sette, così come altrettanto bizzarro appare che i ritardi si siano accumulati solo nei cantieri delle imprese ricorrenti. A parità di tipologia di progettazione a base di gara, nessun altro ha avuto doglianze né ha ravvisato richieste 'impossibili' o dettagli 'inesistenti'. Resistiamo ovviamente in sede civile e richiediamo le giuste penali perché siamo convinti che Consorzio e impresa non abbiano assolutamente rispettato tempistiche e progetto e ora accampino scuse che siamo certi di poter smontare in fase di accertamento tecnico preventivo".
L'Arer rileva che "il 70% del patrimonio pubblico ad Aosta è stato riqualificato, nonostante ci si sia dovuti confrontare con situazioni mai vissute prima: basti pensare che il contratto di cessione con Cassa Depositi e Prestiti, indispensabile per acquisire i fondi e mai stipulato prima d'ora, è stato siglato dopo un iter amministrativo durato un anno. Quanto alle accuse mosse nel ricorso, noi dobbiamo rispettare alla lettera il Codice degli appalti sia per quanto riguarda i pagamenti sia per il rispetto del cronoprogramma. Il resto è tutto da vedere, carta alla mano".