Sanità - 16 gennaio 2024, 11:13

'Case di Comunità al posto di poliambulatori, ma in realtà non cambia nulla'

Vallée Santé stronca il progetto promosso con forza da Usl e assessorato Sanità, 'si spenderanno tanti soldi soltanto per cambiare i cartelli segnaletici'

La sede del poliambulatorio di Donnas

La sede del poliambulatorio di Donnas

"Ci siamo. E’ pronto un altro 'girotondo' di cantieri e lavori che nel nome del PNRR porterà soldi (tanti soldi) da destinare alle nuove Case di Comunità che dovrebbero sorgere in Valle". Il comitato Vallée Santé interviene così, all'indomani dell'avvio dei primi lavori per la realizzazione delle nuove strutture sanitarie. "In tutto dovrebbero essere 13 - si legge in una nota di Vallée Santé - articolate in intensità di cure 'alta' (dette anche Hub, ad Aosta e Donnas), 'media' (gli Spoke a Morgex e Chatillon) e 'bassa' (Courmayeur, Saint-Pierre, Variney, Charvensod, Nus, Valtournenche, Verres, Brusson e Gaby)".

Per il Comitato, però, sono tutte "strutture già esistenti. Nessun nuovo intervento. Ci dicono che, per ora, partiranno solo quelle di Donnas e Châtillon. Non ci dicono quanto costeranno, ma ve lo diciamo noi: quasi sette milioni di euro. Altri sette dovrebbero arrivare per Aosta e Morgex. Nelle informazioni veicolate dall’Azienda sanitaria, si legge che 'le Case di comunità rappresentano un importante intervento per la riorganizzazione e il potenziamento dell'assistenza territoriale nell'ambito dei progetti del Pnrr e (…) porteranno a un miglioramento strutturale e tecnologico che si tradurrà in maggiore assistenza, servizi e comfort per i cittadini'. Come già detto in altre occasioni, dubitiamo molto che si tratti di un vero potenziamento dell’assistenza".

Vallée Santé crede, piuttosto, "che (alla fine) il tutto si tradurrà solo in un cambio di 'cartelli segnaletici'. Al posto di 'Poliambulatorio' avremo la scritta 'Casa di Comunità'. Un cartello che costerà molto caro per non cambiare quasi nulla. Se, davvero, a livello locale, si fosse voluto dare corpo alla nostra autonomia decisionale, allora avremmo dovuto uscire un pochino dal seminato nazionale e guardare con più equilibrio ed attenzione al territorio. Invece di spendere soldi per 'rifare' quello che già (bene o male) esiste, forse bisognava investire su servizi più distribuiti sul territorio. Pensiamo alle località che resteranno disagiate (perché lontane dal centro) come Cogne, La Thuile, Champorcher, Gressoney. Per loro non sono previsti nuovi servizi. Resteranno tutti i disagi che già vivono oggi. Si parla tanto di avvicinare i servizi all’utenza e invece? … Soliti bla-bla".

Per il Comitato, "non si tratta di un progetto scaturito da una accurata analisi locale dei bisogni, ma dalla traduzione di quanto prevede il PNRR, che indica almeno una Casa di Comunità ogni 45 mila abitanti circa". Sono previste 1.350 nuove strutture 'hub' (o riconvertite) in tutta Italia entro la metà del 2026. Due di queste in Valle d’Aosta.

Una considerazione finale "si rende tuttavia utile - conclude la nota - legata ai soldi già spesi, negli ultimi anni, per interventi di ammodernamento del Poliambulatorio di Châtillon (rifatto attorno al 2010/2012 proprio come “Casa della salute in un distretto di Montagna” investendo circa 1 milione e 600 mila euro), Donnas e Antey realizzata con ingenti soldi pubblici come Consultorio polivalente e Microcomunità. Poi è rimasta solo la micro comunità ora esternalizzata e adesso si pensa di riutilizzare la palestra di riabilitazione. Si pensi che nel 2006 lo stesso Consultorio fungeva da Centro Prelievi, sede di continuità assistenziale, sede di Sanità Pubblica, Sede del Servizio Veterinario, Logopedia, Ostetricia oltre che Palestra di riabilitazione. Piano-piano tutto è stato cancellato. Forse anche chi controlla i conti degli enti pubblici dovrebbe meglio valutare queste spese perché, alla fine, si tratta di soldi pubblici. Soldi di tutti i valdostani. Questi interventi erano davvero la soluzione migliore?".

pa.ga.

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