Integrazione e solidarietà - 27 gennaio 2024, 19:10

Ricordato in Questura ad Aosta il commissario di polizia che cercò di salvare Emile Chanoux

Ricordato in Questura ad Aosta il commissario di polizia che cercò di salvare Emile Chanoux

E' stato ricordato alla 'pietra d'inciampo' all'ingresso della Questura di Aosta oggi, sabato 27 gennaio Giorno della Memoria, il sacrificio del funzionario della Polizia di Stato ed eroe Camillo Renzi. Commissario di pubblica sicurezza ad Aosta sotto il regime fascista e sotto l'occupazione nazista, addetto alla tutela del principe Umberto e poi della moglie Maria Josè, Renzi tentò di salvare il martire della Resistenza valdostana Emile Chanoux e per tale motivo fu catturato dai tedeschi e deportato insieme alla giovane moglie nei campi di concentramento, dai quali lui non fece più ritorno.

"Il sacrificio di milioni di persone non sarà stato vano solo se ognuno di noi si impegnerà a salvare un nome dall’oblio della storia -  ha sottolineato questa mattina durante la commemorazione il delegato dell'Anpi Raimondo Donzel -  Inciampare emotivamente nel nome del commissario di polizia Camillo Renzi, figura esemplare di integerrimo servitore dello stato, risveglia il suo coraggio e il suo altruismo di uomo che pur consapevole del rischio e del pericolo, in una delle situazioni più tragiche della storia umana, scelse di salvare vite umane e contribuire al movimento di Resistenza all’occupazione nazi-fascista. La sua meritoria attività gli costò l’arresto nell’agosto del 1944 e il 12 febbraio 1945 trovò la morte a Dachau (...). Noi non vogliamo che sia disperso il bene fatto da Camillo Renzi e neppure che si possa negare il male subito".

Donzel ha ricordato che "le iniziative nazionali promosse dai ministeri dell’Interno e della Difesa hanno quindi permesso attraverso Polizia di Stato e Arma dei carabinieri di mantenere viva la memoria di poliziotti e di carabinieri che furono deportati dai nazifascisti nei campi concentramento e sterminio, dove molti furono uccisi o morirono di fame, malattia e maltrattamenti". 

"La banalità del male, la banalità dell’ignoranza del male - ha concluso Donzel - dell’indifferenza aleggiano sulle nostre vite quotidiane. Solo una presa di coscienza critica ci può salvare. Occorre superare insieme ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del nazifascismo, per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, idee politiche, orientamenti sessuali o, secondo una falsa ideologia pseudo scientifica, a causa della razza .Oggi inevitabilmente con Dachau e Rasvenbruck la mente corre dolorosamente ad Auschwitz, perché dobbiamo evitare come ci ha ammonito Primo Levi che 'tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo'". 

 

 

pa.ga.

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