Politica - 18 febbraio 2024, 20:35

'Emile Chanoux era iscritto al PNF', la vecchia e risaputa non-notizia di Domenico Aloisi scatena la bufera su FdI-VdA

Domenico Aloisi

Domenico Aloisi

Lo dice da decenni, il 75enne aostano ex consigliere regionale dell'Msi Domenico Aloisi e da decenni mostra sempre a tutti la foto di quella tessera di iscrizione al Partito Nazionale Fascista: "Emile Chanoux  era un fascista. Da questo emerge chiaramente la falsità storica della Resistenza in Valle d'Aosta". Lo ha detto anche ieri al Congresso regionale di Fratelli d'Italia come se fosse uno 'scoop' e a lui poco importa se in realtà il fatto è notorio e non ha mai stupito nessuno, perché nel 1938 la tessera del Fascio non era politica ma 'annonaria' ovvero se non ce l'avevi non lavoravi. 

Va detto che il 'lancio sensazionale' che sensazionale non è affatto di Domenico Aloisi finora non se lo era mai filato nessun giornale ma adesso FdI è grande partito di Governo: è anzi il partito della premier Meloni, che ad Aosta alla Foire ha ottenuto un bagno di folla (cosa che ha irritato assai i vertici unionisti) e quindi l'uscita aloisiana di ieri, che ha sbiancato i volti dei 'Fratelli' locali (i quali non si aspettavano la frittata e invece se la sono dovuta mangiare e digerire intuendone subito la dannosa portata mediatica) è stata subito raccolta e rilanciata.

Con immediato sdegno e presa di distanza unanime della politica valdostana: dal consigliere regionale leghista Erik Lavy (uno dei primi a dichiarare la sua contrarietà all'affermazione dell'alleato, usandogli la cortesia di non citarlo) all'assessore Luciano Caveri, passando per l'arco costituzionale di partiti e Movimenti valdostani e dei loro leader, tutti con comunicati stampa o post sui social hanno ricordato la figura del martire e partigiano Emile Chanoux condannando senza appello la 'provocazione' (è stato il termine più gentile utilizzato per definirla) di Aloisi e ribandendo che fu proprio l'antifascismo del notaio aostano a causarne l'arresto e la morte.

Quanto a FdIVdA, la stigmatizzazione è soprattutto per aver ospitato al congresso l'ex consigliere regionale in veste di Consigliere fiduciario, sapendo che se ne sarebbe uscito con la 'notiziona' flop.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole ma l'occasione offerta dall'anziano missino è stata ghiotta e nessuno se l'è fatta sfuggire, scatenando la 'bufera' sulla segreteria regionale di FdI, in realtà colpevole al massimo di 'omesso controllo'.

Segreteria che oggi ha replicato alle bordate sostenendo che "la valutazione" circa un Emile Chanoux 'fascista' è stata "espressa da un singolo componente del nostro Partito nel corso del Congresso regionale di FdI" e definendo gli attacchi del mondo politico ripresi da giornali locali "il classico giochino di attribuire al Partito, cercando di crearne un caso, rispetto ad una valutazione personale peraltro già più volte da lui (Domenico Aloisi ndr) pubblicamente già nei decenni sollevata".

Scrive il coordinatore e neo presidente (è stato eletto sabato dal Congresso) di FdI VdA, Alberto Zucchi (nella foto sopra durante il congresso di ieri): "Fdi Vda, così come in tutta Italia, ribadisce di affermare la cultura di una memoria condivisa che respinga i crimini dei regimi nazisti, comunisti, fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato". 

 

 

 

pa.ga.

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