Lo avevamo scritto: è davvero complessa e sfuggente, la narrazione sui tanti accadimenti al traforo del Gran San Bernardo. Mercoledì scorso il Presidente della Giunta, Renzo Testolin, ha risposto in aula a due interrogazioni di PCP e Rassemblement Valdotain che chiedevano se fosse vero quanto scritto su Laprimalinea.it circa alcune problematiche verificatesi nel cantiere, in lato svizzero, per la realizzazione della soletta di ventilazione (travi in calcestruzzo non conformi rispetto al capitolato di appalto), quella per la quale la società di gestione elvetica GTSB chiede alla 'consorella' Sitrasb il versamento di circa 26 milioni.
Il Presidente Testolin ha chiesto a Sistrab (non a GTSB, ma ci fidiamo ugualmente...) di spiegare l'accaduto e, in Aula, ha 'corretto' alcuni particolari poco significativi (e in verità solo parzialmente contestabili) del nostro articolo ("il cantiere operativo è iniziato a ottobre e non pochi giorni fa" anche se noi ci riferivamo non all'allestimento del cantiere ma alla posa delle travi; "il 7 febbraio non sono entrati gli ispettori nel tunnel ma si è riunito il Comitato tecnico" ecc.). Secondo quanto riferito da Sitrasb, martedì 7 febbraio durante la riunione del Comitato tecnico sul cantiere del tunnel i rappresentanti della società-madre italo-elvetica Sisex hanno riferito quanto esattamente riportato su Laprimalinea.it, ovvero che erano stati rilevati valori inferiori sulla resistenza delle travi prefabbricate in calcestruzzo rispetto a quanto previsto in capitolato, quindi sono stati eseguiti controlli su tutte le travi già posizionate e anche sulle caratteristiche delle prossime forniture. Quelle che non rispettavano i valori di capitolato sono state rifiutate e quindi non potranno essere utilizzate. Ad oggi sono risultate conformi un centinaio di travi mentre per altre 200 circa si è in attesa dei risultati sulla qualità del materiale. Quello che non avevamo scritto e che neppure Testolin aveva detto, è che le travi non conformi sono state restituite alla ditta fornitrice, che ha formulato le proprie 'scuse' per l'accaduto. Il Presidente ha anche smentito che il cantiere sia stato interrotto (e di questo ce ne rallegriamo, anche se è evidente che per verificare la conformità delle travi si sia dovuta temporaneamente interromperne la posa e noi a questa circostanza ci riferivamo) "anche se ovviamente le società stanno valutando l'impatto di quanto accaduto sul cronoprogramma dei lavori".
Al termine dell'ispezione è però emerso che dirigenti e funzionari della Société Italo-Suisse d'Exploitation SALink esterno-SISEX che gestisce il tunnel, manutenzione compresa (Sistrab e GTSB sono azioniste alla pari) erano al corrente già lo scorso novembre di possibili problematiche relative alla fornitura delle travi, ma evidentemente era stato deciso di andare avanti con l'organizzazione dei lavori, che sono svolti dalla piemontese Cogeis della famiglia Bertino (che sta eseguendo importanti lavori alla bretella di Santhià sulla A5), mentre le travi in calcestruzzo sono state acquistate da una ditta del cuneese.
Dopo aver ricordato che Sistrab afferma che non sono mai sussistiti problemi di sicurezza al tunnel (cosa che già avevamo scritto in queste pagine in tempi non sospetti) Testolin ha poi sminuito la portata della notizia (diffusa e 'virgolettata' non soltanto da Laprimalinea.it ma da tutte le testate locali in quanto frutto di un comunicato stampa) sul fatto che la La Commissione europea ha acceso un faro sull’estensione della concessione alla Sitrasb per la gestione di parte italiana del tunnel e sta aspettando la documentazione completa dall’Italia. "Nessun 'faro' - ha asserito il Presidente - tra enti svizzeri e italiani vi è piena collaborazione; il prolungamento della concessione in capo a Sitrasb è ancora in fase preliminare e spetta all'Italia decidere o meno se si tratta di aiuti di Stato". Sul punto, il Presidente ha confermato, però, che al momento non vi è nessun dossier in Comunità Europea.