A distanza di sei mesi, nei cieli della Valle d'Aosta ieri sera è stata notata una sorta di aurora boreale che ha tinto di rosso il cielo ed è stata visibile distintamente anche a occhio nudo.
Non si è trattato in realtà di quanto inizialmente pensato ma di un fenomeno ancora più raro e ancora relativamente poco conosciuto (è stato descritto per la prima volta solo nel 1956), chiamato SAR (Stable Auroral Red arc, ovvero “arco aurorale rosso stabile”).
Si tratta di un fenomeno - che in questo caso precede una tempesta solare in arrivo in queste ore - che visivamente è estremamente simile a un'aurora rossa.
Qual è la differenza tra un aurora boreale e un fenomeno di Sar?
Sia i SAR che le aurore rosse si formano nell'alta atmosfera (sopra i 300-400 km) grazie all'eccitazione dell'ossigeno. Nel caso delle aurore, a trasferire energia all'ossigeno sono direttamente le particelle cariche provenienti dal Sole, deviate dal campo magnetico terrestre e concentrate in una regione ad anello attorno ai poli terrestri. Nel caso dei SAR, invece, a trasferire l'energia sono le famose fasce di Van Allen.
Queste sono regioni a forma di ciambella che circondano la Terra e in cui si accumulano particelle cariche provenienti dal Sole. Ce ne sono due, ed è quella interna a dare origine ai SAR. Qui infatti le particelle cariche ruotano attorno alla Terra, creando di fatto dei flussi circolari di cariche che di fatto sono correnti elettriche ad altissima quota, che prendono il nome di correnti ad anello.