Domenica 2 giugno è la Festa della Repubblica Italiana, giornata celebrativa nazionale istituita per ricordare la nascita della nostra Repubblica. Si festeggia ogni anno nella data del referendum istituzionale del 1946, con la celebrazione principale che avviene a Roma. Il cerimoniale della manifestazione organizzata nella Capitale comprende la deposizione di una corona d'alloro in omaggio al Milite Ignoto all'Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali.
Ideologicamente, la Festa della Repubblica chiude il cerchio delle trasformazioni politiche portentose che hanno trainato un’Italia misera, devastata dal malgoverno e dalla guerra, ancora monarchica, in un’altra direzione, che le ha consentito di diventare una delle più giovani democrazie del pianeta, con la carta costituzionale più innovativa e moderna di sempre.
Repubblica significa 'res publica'; quindi tutto ciò che è politico diventa automaticamente un interesse collettivo. Infatti anche le donne poterono votare per la prima volta nel 1946, sancendo in maniera definitiva l’inizio di una nuova epoca di maggiore equità, diritti e consapevolezza per tutti. “Lo Stato repubblicano, nato dall’epopea della Resistenza, dalle speranze, dalle attese, dal generoso sacrificio della parte migliore di noi - disse Pertini nel suo celebre intervento del 2 giugno 1981 - pone alla sua base il sistema democratico fondato sulla libertà, sulla giustizia sociale, sul progresso civile. Il ripudio della guerra come mezzo di offesa alle altrui libertà è conseguenziale a questi alti principi, così come il sacro dovere della difesa della Patria pone le Forze Armate a garanzia della sua integrità e della sua indipendenza” .
La nostra Repubblica ha conosciuto momenti di grande sviluppo, come quando l’Italia si collocò tra i primi sette paesi industrializzati del pianeta, alternati a fasi di grande drammaticità e conflitto: la stagione dei sequestri, degli anni di piombo, dello strapotere mafioso, di Tangentopoli, della crisi economica dal 2000 in poi, della pandemia.
Eppure, nonostante gli scossoni e le avversità determinate da fattori anche internazionali, il nostro Paese, almeno fino ai nostri giorni, ha saputo mantenere un certo assetto, con tutte le criticità del caso o le contestazioni legittime sulle scelte governative del caso. Se comunque una certa organicità è stata mantenuta, è ascrivibile proprio agli indirizzi politici fissati attraverso le leggi che regolano la nostra realtà politica e governativa.
“La Repubblica che oggi festeggiamo - ancora Pertini ma nel 1984 - non è una tappa casuale della nostra secolare vicenda collettiva né una formula inerte destinata a racchiudere senza anima simboli, leggi e istituti del nostro vivere quotidiano. Essa è frutto di una passione tenace, di una lotta eroica, del sacrificio di migliaia e migliaia di giovani vite".
La democrazia repubblicana da tempo è messa a dura prova da tante sfide e incertezze che si delineano all’orizzonte o che incombono già; l’unica risposta possibile è non allontanarsi da quegli insegnamenti che animarono i nostri padri costituenti, i quali seppero porre le basi per uno stato efficiente e all’avanguardia, facendo del rispetto, della tolleranza, del diritto all’espressione i principi ispiratori del loro presente, del nostro presente e si spera del nostro futuro.