Aosta, le tragiche e ravvicinate morti di due amici inseparabili

Accomunati da una deriva esistenziale probabilmente non voluta, 'costretta' dalle circostanze; accomunati anche dalla tragica fatalità delle loro morti, sopraggiunte a meno di due giorni l'una dall'altra.

Sono coordinate dal sostituto procuratore di Aosta Giovanni Roteglia, le indagini della Polizia locale del capoluogo per accertare se sia stato un fatale infarto o piuttosto un'overdose di eroina o altra potente droga a causare la morte di Tomas Jurksas, 44enne operaio lituano, soccorso dal 118 nella tarda mattinata di lunedì 10 giugno.

Jurksas era entrato nel bagno pubblico dell'area verde tra via Torino e piazza Plouve insieme a una sua conoscente; dopo pochi minuti la donna e un passante avevano allertato i soccorsi: il lituano era stramazzato al suolo nella toilette, privo di conoscenza.  In pochi minuti in via Torino erano arrivate due pattuglie insieme a un'ambulanza e un'auto medica, seguite poi da una terza ambulanza.

Al 44enne erano state praticate tutte le manovre tecniche salvavita con ausilio di defibrillatore e respiratore; intubato, era stato caricato nell'ambulanza, che si era diretta in codice rosso verso il Pronto soccorso del 'Parini'.

Nonostante i tentativi di rianimazione, Jurksas non ce l'ha fatta: è stato dichiarato morto pochi minuti dopo il ricovero in ospedale. La 'Locale' è stata incaricata di accertare la causa del decesso. Il sospetto che possa essersi trattato di un'overdose di droga è giustificato: l'uomo da anni viveva in condizioni di marginalità sociale e sicuramente abusava quotidianamente di alcool anche se alcuni suoi conoscenti dubitano che potesse fare uso di stupefacenti quantomeno con frequenza: "Era un forte bevitore ma non un tossicodipendente; se lunedì scorso ha usato eroina, dev'essere stata una delle prime volte per lui e forse questo errore gli è costato la vita", sostiene un suo ex compagno di lavoro.

Jurksas lavorava in edilizia ed era stato in un cantiere che aveva conosciuto Gabriel Chenal, valdostano della media Valle, più vecchio di lui di 17 anni. In pochi mesi erano diventati amici inseparabili e a quel valdostano empatico il lituano confidava le sfortune di una vita borderline dove la casa non c'è se non quando ti ospitano cuori empatici, il lavoro scarseggia e il vino è tanto e poco importa se è di cattiva qualità. Giorni, serate, notti intere a bere e parlare, parlare e bere. Qualche altro amico si aggiungeva sulla panchina quando c'era posto e si condividevano cibo e bicchieri.

Un giorno di un anno fa circa, Gabriel era entrato in un supermercato di Aosta; qualche passo malfermo ed era scivolato all'indietro, urtando con violenza il capo sul duro pavimento. Aveva perso conoscenza e, pur se ricoverato prontamente all'ospedale 'Parini', da quel giorno la sua vita è profondamente cambiata sino all'ingresso in microcomunità e poi un ritorno a casa in regime di non autosufficienza.

Tomas era così rimasto solo ed errabondo nelle vie della città, senza quell'amico più vecchio e più esperto di lui nelle faccende della vita e sempre disponibile per un consiglio, un aiuto per quanto possibile. Trovare conforto in questa solitudine priva di orizzonte è difficilissimo, molto più facile è scivolare verso l'abisso.

Lunedì scorso, mentre Tomas Jurksas moriva tra le braccia dei suoi soccorritori che si sono prodigati oltre un'ora nel tentativo di salvarlo, Gabriel Chenal stava ancora lottando in un letto di ospedale contro il suo assurdo destino, che lo ha vinto definitivamente due giorni dopo.