Ambiente - 12 luglio 2024, 16:41

Sì del Governo Meloni a odg su caccia allo stambecco

Sì del Governo Meloni a odg su caccia allo stambecco

Lo scorso maggio il consigliere regionale della Lega VdA Christian Ganis aveva presentato un ordine del giorno in Assemblea per chiedere di inserire lo stambecco nelle specie cacciabili in Valle d'Aosta "per una sua corretta e utile gestione venatoria". La maggioranza e parte della minoranza (PCP) non lo aveva approvato.

Ha detto meglio a Ganis la seduta di ieri alla Camera, dove il Governo Meloni ha dato parere favorevole ad un ordine del giorno presentato dai deputati leghisti Coin, Bruzzone (quest'ultimo era venuto in Valle d'Aosta un mese fa per incontrare i cacciatori) e Pierro, che chiede di inserire lo stambecco fra le specie cacciabili.

"Tale passaggio - spiegano i deputati -  potrebbe essere attuato attraverso l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato su proposta del ministro dell'Agricoltura e delle foreste d'intesa con il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, sentito l'ISPRA".

"La specie - si legge nell'odg - risulta essere ormai ampiamente diffusa sull'arco alpino dove sono stati censiti più di 50.000 capi dei quali ben 15.000 sul versante italiano. Numeri che giustificherebbero l'avvio di una gestione anche venatoria della specie. A livello europeo secondo la Direttiva Habitat, lo stambecco, al pari del camoscio alpino, è una 'specie di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione'".

Il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 "che recepisce la suddetta direttiva - fanno presente i deputati - inserisce appunto lo stambecco tra le specie di interesse comunitario il cui sfruttamento potrebbe essere oggetto di misure di gestione, tuttavia la legge n. 157 del 1992 non lo prevede fra le specie cacciabili e nemmeno fra quelle particolarmente protette".

"Lo stambecco - precisano Bruzzone e colleghi -  è oggetto di prelievo venatorio da parte di altri Stati dell'arco alpino: peraltro lo stesso è cacciato ormai da alcuni anni nella regione Trentino-Alto Adige, in provincia di Bolzano. Inserendo la specie nell'elenco di quelle cacciabili, si potrebbe quindi procedere ad una sua corretta e utile gestione venatoria, anche attraverso l'introduzione di piani di gestione". 

red.laprimalinea.it

SU