Politica - 12 luglio 2024, 07:55

La sperimentazione scolastica '0-6' farà risparmiare ma preoccupa docenti e fa discutere la politica

La sperimentazione scolastica '0-6' farà risparmiare ma preoccupa docenti e fa discutere la politica

Scarso personale ausiliario, poca sicurezza nei momenti di entrata e uscita dei bimbi, strutture scolastiche poco adeguate. Farà anche risparmiare denaro ma preoccupa assai 191 docenti valdostani - sottoscrittori di un'articolata lettera indirizzata a Presidente della Giunta, all'assessore regionale al sistema educativo e a tutti i consiglieri - la riforma che prevede il sistema integrato di educazione e di istruzione 'zero-sei anni'. La riforma, in programma nella 'Buona scuola', sarà sperimentata da settembre nelle scuole e negli asili nido nell’Unité des Communes Valdôtaines Grand Combin. 

Il Consiglio Valle ha affrontato la tematica con cinque iniziative ispettive, di cui una del gruppo Forza Italia, due del gruppo Misto, una congiunta dei gruppi Misto e Rassemblement Valdôtain e una del gruppo Progetto Civico Progressista, che sono state trattate insieme.

Il consigliere Mauro Baccega (foto sopra FI) ha ricordato il progetto 'Polo per l'infanzia 0-6' che "ha già trovato applicazione, con esperienze positive, in alcune realtà. Un percorso che è stato avviato con le norme della 'Buona scuola' previste dalla legge 107/2015 i cui contenuti, fino ad ora, erano stati applicati in deroga nel nostro sistema scolastico. Nel 2015, infatti, la Regione e il ministro dell'Istruzione avevano firmato un protocollo d'intesa in cui venivano riconosciute le peculiarità della scuola d'infanzia valdostana, come poi anche ribadito nella legge regionale 18/2016 per l'armonizzazione della legge di riforma nazionale di istruzione con l'ordinamento scolastico della Valle in applicazione della norma di attuazione in materia di ordinamento scolastico (decreto legislativo n. 44/2016). Vorremmo sapere in base a quali valutazioni tecnico-giuridiche il Governo intende derogare ai contenuti della norma di attuazione".

"Il progetto 'Polo dell'infanzia  0-6' è stato lanciato in diversi comuni valdostani - ha detto il consigliere Claudio Restano (foto sotto GM) -: la scuola materna è considerata come il pilastro centrale di un sistema scolastico che valorizza il bilinguismo, non solo da un punto di vista di identità storica ma anche in quanto apertura verso una realtà europea multilingue. In Valle d'Aosta, la politica ha da sempre investito molto sulla scuola, l'autonomia politica ha permesso di fare scelte coraggiose e di difendere le realtà locali, investendo nelle piccole scuole di montagna, cercando di creare un legame indissolubile tra la scuola, il territorio e le persone che lo vivono. E siccome stiamo parlando di politica e non di amministrazione, forse in questo caso, ancorché si stia parlando di un progetto sperimentale, si doveva seguire un percorso diverso, dando la giusta evidenza politica e formalizzazione al percorso. Chiediamo quindi al Governo regionale se ritenga sufficiente una delibera di Giunta (n. 134/2024) per modificare un accordo politico con lo Stato, seguito dall'approvazione della norma di attuazione e dall'approvazione della legge regionale 18/2016. E come si intende giustificare l'asserita sperimentazione attuata senza il pieno e convinto coinvolgimento del personale docente attraverso la leva economica? E ancora: chi si farà carico del costo del servizio una volta terminata la sperimentazione?".

La consigliera Chiara Minelli (PCP) ha voluto conoscere "lo stato dell'arte, anche tenuto conto delle risultanze del lavoro del Tavolo riunitosi per una sintesi il 20 giugno scorso. Gli insegnanti della scuola dell'infanzia sono stati adeguatamente coinvolti nell'organizzazione del progetto? La Regione è al corrente delle loro preoccupazioni e come intende dar loro risposta? Preoccupazioni che sono state esplicitate anche attraverso una richiesta di 195 docenti di audizione in Commissione consiliare. Chiediamo inoltre quali azioni specifiche siano previste per la sperimentazione nell'anno scolastico 2024-2025, divise per poli di sperimentazione".

L'assessore regionale al Sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz (foto in basso), ha ricordato che "qui si sta facendo riferimento a una norma (il decreto legislativo 65/2017) che ha fissato dei principi per l'istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni. Una norma che considera i bambini come dei soggetti che devono essere accolti dal sistema educativo per essere accompagnati nel loro percorso. Da zero a tre anni, si parla di servizi alla prima infanzia che sono affidati all'assessorato alle Politiche sociali, mentre da tre a sei anni a quello del Sistema educativo: si tratta quindi di due sistemi separati che devono essere integrati con il fine di collaborare e creare le condizioni di pari accesso per tutti fin dalla prima infanzia, cosa che oggi non è perché le rette degli asili nido non sono accessibili a tutti. È una legge che non impone un modello, ma che rispetta le specificità dei territori e l'autonomia della scuola, dotandoli anche di risorse finanziarie per realizzare i propri progetti. È una norma che porta due conseguenze: nel momento in cui il sistema diventa integrato - e ciò avverrà in maniera progressiva - i servizi devono diventare accessibili a tutti, e questo ha anche l'obiettivo di fronteggiare il calo demografico; se questo processo sarà condiviso da più territori, si restringerà il numero di bambini per insegnanti".

Guichardaz ha insisito sul fatto che "la Valle d'Aosta ha attinto in maniera importante a queste risorse: la Regione fa da cassaforte, ma sono i Comuni che ne usufruiscono e che decidono i poli da creare. Dal 2017 ad oggi, quasi 6 milioni di euro sono andati a beneficio degli enti locali che hanno proposto i loro progetti per creare le condizioni affinché i bambini potessero godere di strutture e ausili, mentre la Regione ha deciso di partecipare coordinando le esigenze di formazione. Nella stragrande maggioranza dei casi, le formazioni sono state accolte positivamente. La raccolta delle firme riguarda 191 insegnanti, di cui il 5% ha seguito la formazione nel 2022-2023, mentre il 12% ha seguito la formazione nel 2023-2024".

L'assessore ha quindi assicurato che "non vi è l'intenzione di andare in deroga alla norma di attuazione e l'educazione bi-plurilingue continua ad essere una forte caratteristica del nostro sistema scolastico, con numerosi percorsi formativi e progetti. Consapevoli delle preoccupazioni degli insegnanti, stiamo potenziando i percorsi formativi. Le azioni specifiche che saranno attivate nell'anno scolastico 2024-2025 passeranno attraverso il filtro della condivisione nell'apposito tavolo. Ribadisco che l'applicazione avverrà rispettando le realtà dove si collocano per potenziare le caratteristiche del territorio".

Il consigliere Baccega si è detto soddisfatto della risposta: "L'obiettivo degli asili nido gratis e sufficienti per tutti è importante e metteremo a disposizione tutte le nostre competenze per raggiungerlo. La lettera inviata dagli insegnanti deve comunque essere presa nella dovuta considerazione e sarebbe opportuno ascoltarli nella Commissione competente. La priorità sono i bambini e le bambine valdostani".

Del tutto insoddisfatto, il consigliere Restano ha chiarito: "La mia voleva essere una suggestione politica a cui non ho avuto risposta. La Valle d'Aosta ha costruito sulla scuola materna la sua autonomia e fa specie comprendere dalle parole dell'assessore che non traspare alcuna volontà di adattare la norma nazionale alla nostra specificità. Una posizione pericolosa questa perché fare una riforma senza l'interpretazione autentica dei valdostani, senza la visione politica autonomista e accettare acriticamente la norma nazionale, rischia di cancellare anni di investimenti economici e umani per migliorare la scuola dell'infanzia rendendola un esempio da esportare per realtà territoriali costituite da piccoli comuni montani. Se 191 insegnanti si sono sentiti nelle condizioni di firmare questa nota, bisogna leggere il loro intervento come un grido d'allarme. Le famose adaptations devono servire alla politica per dare il giusto indirizzo a un sistema scolastico che non ha eguali in Italia. Non possiamo giustificare il progetto attuale con i sei milioni di euro che riceviamo dallo Stato. Abbiamo 300 milioni di avanzo di bilancio, davvero vogliamo svendere la nostra autonomia per quei sei denari?".

"Non mettiamo in dubbio il principio di inclusività, ma le preoccupazioni espresse dagli insegnanti sono comprensibili - ha sottolineato la consigliera Minelli (foto sopra) -. In realtà molto piccole, che sono tipiche del nostro territorio, si corre il rischio che il progetto 0-6 si trasformi in un sistema di mero accudimento. La lettera degli insegnanti è stata sottoscritta anche da coloro che hanno partecipato alla formazione e questo deve farci riflettere. Oltre ad ascoltare i docenti, bisogna avviare interlocuzioni anche con il Governo e le strutture di riferimento: non si può far partire un sistema del genere senza coinvolgere in modo massiccio chi è deputato a farla. Il modello scolastico della nostra regione è di qualità e va tutelato". 

pa.ga.

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