Per chi gira il mondo in lungo e in largo non c’è un momento migliore paragonabile all’imboccare la strada di ritorno verso casa. Quella smania che ti avvolge al solo pensiero di rivedere gli affetti, il proprio habitat, magari dopo mesi di lungo e faticoso lavoro, è impagabile e un’artista del calibro di Loreena McKennitt, che questi processi li ha vissuti per svariati decenni nei quali ha ottenuto eccellenti soddisfazioni professionali, ha bene impressa nella mente quale sia la spinta e la voglia di rivivere quelle sensazioni. “The Road Back Home” - questo il titolo del nuovo lavoro della cantautrice e polistrumentista canadese - appare assolutamente legato a tutte le percezioni appena descritte.
L’album è contraddistinto dal forte e voluto richiamo alla terra natia, che l’artista di Morden ha voluto infondere nei brani che lo costituiscono, dov’è altrettanto evidente il ritorno stilistico alla forma tradizionale della musica celtica connessa direttamente alle fasi che avevano caratterizzato l’origine del suo percorso artistico. Il disco è stato registrato nel corso dell’estate del 2023, in occasione di quattro esibizioni svoltesi in altrettanti festival folk nel sud dell'Ontario.
Come accennato, per la McKennitt si è trattato di un vero e proprio richiamo primordiale, un viaggio musicale partito laddove tutto ebbe inizio. Le primissime versioni di alcuni brani, i musicisti originali, le inusitate dosi di energia e spontaneità sprigionate nel corso di quei concerti sono state l’essenziale fonte d’ispirazione per questo nuovo lavoro ora offerto al pubblico, una lode a tempi più sani di quelli attuali, un microcosmo dove ritrovare ristoro e intimità, esattamente come accade per un ritorno a casa. A Stratford, nell’Ontario, dove Loreena vive fin dagli anni Ottanta, si è tenuta una riunione del tutto casuale con un gruppo di musicisti celtici locali. Da quest’incontro è sfociata parte dei suoi concerti natalizi del 2021, poi pubblicati nel 2022 con il titolo "Under A Winter's Moon". Gli stessi musicisti hanno poi accompagnato la McKennitt anche quest'estate nei citati festival folk, congiuntamente alla sua consolidata collega, la violoncellista Caroline Lavelle. Seguendo il puro istinto tipico della tradizione popolare, in uno di questi spettacoli ha fortuitamente partecipato anche il cantautore canadese James Keelaghan, che ha regalato la propria voce allo standard tradizionale scozzese/irlandese "Wild Mountain Thyme". Le passioni scaturite da quegli spettacoli sono state impresse e registrate con il fermo obiettivo di catturare la profonda empatia generatasi in quei momenti e il forte valore d’unione che tali emozioni hanno fatto germogliare nel cuore dei fan e ancor di più in quello degli stessi musicisti. La scaletta prevede alcuni brani totalmente inediti (“Searching For Lambs” e la vivace “Mary & The Soldier”, tra i molti altri) che risalgono ai primi giorni di frequenza della McKennitt nel circuito folk, assieme ad alcune rivisitazioni, in chiave decisamente più etnica rispetto agli originali, di episodi che hanno contraddistinto la sua storia, quali “On A Bright May Morning” e “As I Roved Out”, entrambi provenienti da “The Wind That Shakes The Barley” del 2010 e “Bonny Portmore” (colonna sonora del film “Highlander III”) addirittura risalente a “The Visit” del 1991.
È dato spazio anche agli immancabili strumentali, che nella cultura musicale celtica occupano un posto di assoluto rilievo. I crescendo su cui si diffondono “Custom Gap”, “Greystones” e l’inedito “Salvation Contradiction” riempiono l’atmosfera come solo queste profonde e contagiose armonie sanno fare.
Le vesti con le quali sono agghindati questi passaggi sono, come descritto, di stampo puramente folk e si addentrano nella celtica contemporanea, affascinante e sinuosa, levigata dal suono di strumenti quali arpa e fisarmonica, ma anche mandolino, chitarra acustica, violini, banjo e percussioni varie, per non trascurare il tipico pemperino, volgarmente identificato anche come flauto a fischietto, per un coacervo di vibrazioni che, unite all’aulica e inalterata vocalità della McKennitt, fanno compiere un salto indietro nel tempo, perdutamente ancorato ai profumi e ai suoni che solo la natura può regalare.
Loreena McKennitt sostiene che ci siano tanti modi per definire il termine "casa": la struttura materiale in cui viviamo, nonché le espressioni umane e culturali che raggiungono il nostro cuore e la nostra anima e ci uniscono senza che se ne comprendano a fondo il modo e il motivo. “The Road Back Home” emana bellezza, calore e intimità da tutti i pori, tutte qualità che Loreena ha infuso in queste dieci tracce di pura passione per la propria arte e per l’ammaliante storia che rappresentano.
A cura di Paolo Fassino- SpazioMusica, Aosta
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