"Indignazione e sconcerto" sono espressi in una nota diffusa oggi dalla segreteria del PD VdA "per le parole espresse dal consigliere regionale Andrea Manfrin". L'esponente leghista aveva espresso ieri su Facebook "enorme soddisfazione" per il fatto che "la scritta che aveva sollevato così tanto scalpore tra le femministe nostrane (nel 2023 era comparsa su una vettura e recitava 'Ti monto che ti smonto' ndr) al punto da denunciarle alla Questura", fa ancora "bella mostra sull’auto dei coscritti a Saint Oyen. Una piccola grande soddisfazione ed una grande vittoria contro l’ideologia woke. Viva i coscritti!".
Per il PD VdA "un rappresentante delle istituzioni non può avvallare un linguaggio sessista e violento" e non è dunque possibile "accettare le parole utilizzate dal consigliere della Lega, che ledono la libertà e i diritti di ogni donna".
Si legge ancora nella nota: "Le parole che compaiono sulle macchine di coloro che festeggiano i coscritti sono oscene e non degne di un Paese civile, è passato un anno dall’ultima volta e purtroppo non è cambiato nulla! Questo dimostra che serve più che mai un lavoro importante da fare con le nuove generazioni e le loro famiglie. L’educazione all’affettività nelle scuole può essere un punto di partenza, ma si deve iniziare e si deve iniziare subito".
Clotilde Forcellati e Lorella Verrastro, rispettivamente delegata nazionale e portavoce per la Valle d’Aosta nella Conferenza delle Donne Democratiche, commentano: "non possiamo che essere indignate dalle parole espresse dal consigliere Manfrin sui social. Auspichiamo che questi fatti non si replichino più, perché la dignità delle donne non può essere lesa in questo modo, soprattutto da parte dei rappresentanti delle Istituzioni”.
"Davvero le feste dei coscritti sono questo? Davvero questa è goliardia? Dovremmo andarne fieri?!", si chiede in un post su FB il Movimento progressista Rete Civica VdA. "Forse per un giovane di diciassette o diciotto anni possono sembrare innocue scritte per ridere e trasgredire (mah!..) - prosegue il commento di RC - ancor più se gli adulti sono i primi a minimizzarle. Forse è possibile (ma ne siamo sicuri?...) che i ragazzi non abbiano la percezione piena che si tratti, oltre che di espressioni estremamente volgari e sessiste, anche di prevaricazione e di totale mancanza di rispetto nei confronti delle loro coetanee, definite nientemeno che prostitute".
"Ma - e il riferimento è alle parole di Manfrin - da un adulto, in particolare da un rappresentante di un’istituzione (il Consiglio regionale, la massima assise valdostana) ci si aspetterebbe - anzi si dovrebbe pretendere - consapevolezza, maturità, senso della misura, rispetto. Far passare espressioni come quelle viste sulle auto dei coscritti di Saint-Oyen e Quart una banale goliardia, è sbagliato e pericoloso: sono termini e frasi che instillano o consolidano nella mente di un ragazzo l'idea che le donne siano da schernire, usare, dominare, sottomettere. Un atteggiamento purtroppo ancora molto - troppo - diffuso, che non deve essere alimentato in alcun modo, ma al contrario va contrastato con fermezza da ognuno di noi, soprattutto se ricopre una carica pubblica".
E riprendendo la frase 'galeotta' scritta sull'auto dei coscritti, la coalizione VdA Aperta (Adu, M5S e Gauche Valdotaine) sostiene che "l'unica cosa da smontare è il patriarcato". Per VdA Aperta "È innegabile che le nostre società abbiano un problema di rispetto nei confronti della donna e un atteggiamento di possesso, neanche troppo implicito. Un'idea della donna sessualizzata e ridotta ad oggetto: da comprare, per il capitalismo è solo questione di prezzo, da 'smontare e rimontare' come il pezzo di un’automobile o da costringere con la violenza".
Pertanto "La condanna di atteggiamenti sminuenti e violenti dovrebbe essere unanime; coerente, attraverso la Legge, dovrebbe essere la sua applicazione – compresa la repressione – e l'azione culturale. Il comportamento di alcuni coscritti è grave, ma ancora più grave è il tifo del consigliere regionale leghista Manfrin, il silenzio degli unionisti e la presa di posizione del PD che l’hanno scorso, sullo stesso argomento, è stato in silenzio e minimizzava. Questa non è né tradizione, né goliardia, ma una deriva all'imbarbarimento generale. L'abuso di alcol è sempre stato un problema della Valle d'Aosta e non pare civile, né necessario, aggiungere a questa sub cultura, anche quella del patriarcato tossico".