La riforma della giustizia in Italia, proposta dal governo Meloni e presentata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, rappresenta uno dei temi più discussi e rilevanti del panorama politico attuale. Questo articolo offre un’analisi delle principali modifiche introdotte dalla riforma, nella speranza di fare chiarezza e invitarvi a consultare i siti istituzionali o di "legge e giustizia" per dettagli più approfonditi.
Abrogazione del reato di abuso d’ufficio
Uno dei punti più controversi della riforma è l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Questo cambiamento mira a ridurre il numero di procedimenti giudiziari contro funzionari pubblici, spesso accusati di abuso d’ufficio per decisioni amministrative e in seguito assolti in sede processuale.
Limitazioni sull’uso delle intercettazioni
La riforma introduce limitazioni significative sull’uso delle intercettazioni e sulla loro pubblicazione da parte dei giornalisti. Le intercettazioni potranno essere inoltre utilizzate dagli inquirenti solo per reati gravi e la loro pubblicazione sarà soggetta a restrizioni più severe.
Ridimensionamento del reato di traffico di influenze illecite
Il reato di traffico di influenze illecite viene ridimensionato, con l’obiettivo di chiarire meglio i confini tra attività legittime di lobbying e comportamenti illeciti. L'obiettivo di questa modifica sarebbe quello di rendere più chiara la distinzione tra attività legali e illegali.
Modifiche alla custodia cautelare
La riforma prevede che la decisione sulla custodia cautelare nei confronti di un indagato debba essere presa da un collegio di giudici e non più da un singolo magistrato. Questo cambiamento è stato introdotto per garantire una maggiore imparzialità e trasparenza nelle decisioni relative all'arresto e alla detenzione cautelare, ma entrerà in vigore soltanto nel 2026.
Separazione delle carriere per i magistrati
Introduzione di concorsi separati per diventare pubblico ministero o giudice, con una divisione più netta tra le due carriere. Ecco i punti principali: i magistrati inquirenti e giudicanti avranno carriere separate, impedendo il passaggio da una funzione all’altra, come avviene attualmente.
Due consigli superiori della magistratura (CSM)
Verranno istituiti due CSM distinti, uno per i magistrati inquirenti e uno per i giudicanti, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica.
Alta corte per giudicare i magistrati:
Creazione di un’Alta corte indipendente dal Consiglio superiore della magistratura (Csm) per le questioni disciplinari.
Inappellabilità delle sentenze di assoluzione:
In particolare, la riforma prevede che il pubblico ministero non possa appellare le sentenze di prosciogliemento per i reati trattati con citazione diretta, come le contravvenzioni e delitti puniti con pene inferiori a quattro anni di reclusione o con la multa.
Trattandosi di una legge di modifica della Costituzione, il testo ha avuto bisogno di essere approvato da ciascuna Camera con successive deliberazioni; una riforma può dirsi approvata quando nella seconda votazione entrambe le Camere approvano la legge con una maggioranza dei due terzi dei rispettivi componenti.