Religio et Fides - 04 ottobre 2024, 11:00

Oggi si celebra San Francesco D 'Assisi; la sua vita e il suo pensiero

Oggi 4 ottobre ricordiamo il Patrono d' Italia San Francesco d'Assisi; il Santo rivoluzionario della Chiesa

Oggi si celebra San Francesco D 'Assisi; la sua vita e il suo pensiero

Nato nel 1181 o nel 1182, quello che sarebbe passato alla storia come San Francesco d’Assisi era figlio di Pietro di Bernardone, un ricco mercante di stoffe che desiderava per il figlio una carriera nel commercio.

Le aspettative dell'uomo, però, andarono deluse. Fin dalla giovane età, infatti, San Francesco si dedicò alla carriera militare e partecipò a molti combattimenti, venendo fatto perfino prigioniero.

All’improvviso, nel 1205, una crisi religiosa lo spinse però a convertirsi: mentre era in viaggio per essere nominato cavaliere, un sogno lo spinse a tornare ad Assisi per mettersi al servizio di Dio.

Passando per Foligno, vendette il proprio cavallo e i propri ricchi abiti e indossò poveri panni. Nonostante la contrarietà del padre, fece, quindi, la scelta della povertà, convinto di trovare la gioia in quella che la debolezza umana considerava fonte di vergogna e di dolore: donò così tutti i suoi beni ai poveri e chiuse i rapporti con la famiglia.

 «D’ora in poi potrò dire liberamente: Padre nostro che sei nei cieli, non padre Pietro di Bernardone», disse San Francesco. 

Ben presto, intorno a San Francesco d'Assisi, cominciarono a raggrupparsi alcuni compagni (fratres), che dormivano dove capitava, si vestivano con stracci e camminavano scalzi. Essi assunsero il nome di frati minori e si dedicarono soprattutto al restauro delle chiese in rovina e alla cura dei malati di lebbra, che nessuno voleva accudire per paura di essere contagiato dall’orribile malattia. Francesco vietò ai suoi compagni di chiedere l’elemosina: tutti dovevano vivere lavorando, soprattutto nei campi, e ricevendo in cambio solo del cibo.

Qualche anno dopo, San Francesco e i suoi fratres decisero di imitare alla lettera il modello della vita apostolica e, vestiti con una rozza tunica cinta da un cordone, iniziarono a predicare nell’Italia centrale, esortando le popolazioni a fare penitenza. Poiché la predicazione dei laici era vietata dalla Chiesa, nel 1210 i fratres decisero di chiedere il riconoscimento della loro forma di vita religiosa e presentarono una breve Regola a papa Innocenzo III: dopo qualche esitazione, il pontefice diede una prima approvazione informale e, da allora, il numero dei frati minori iniziò a crescere. La Regola fu poi approvata ufficiosamente da papa Onorio III solo nel 1223, quando nacque ufficialmente l’ordine francescano.La Chiesa aveva sempre considerato un dovere quello di aiutare i poveri, ma non si era mai privata delle sue ricchezze.

L’approccio di San Francesco era diverso: egli predicava un ideale di povertà, di amore e di umiltà simile a quello di alcuni movimenti ereticali a lui contemporanei. I francescani, però, non si scontrarono mai direttamente con la Chiesa, ma preferirono convincere i fedeli attraverso l’esempio e il dialogo. Per questo motivo, nel 1219-20, durante la quinta crociata, San Francesco andò in Egitto, per cercare di convincere i cristiani a non uccidere: non fu ascoltato ma, recatosi nel campo nemico, ricette invece molte attenzioni dal sultano al-Malik al Kamil.

Tornato in Italia, ormai malato di quello che era definito “il morbo egizio”, la notte di Natale 1224 San Francesco fece celebrare a Greccio (Rieti) una messa all’aperto, alla presenza di un bue, di un asino e di una greppia piena di fieno: fu il primo presepe della storia e, secondo la leggenda, durante la messa i fedeli videro un bambino sgambettare nella mangiatoia. In questa circostanza, Francesco parlò del «bambino di Betlemme», cioè di Gesù Cristo, venuto in povertà sulla terra per salvare i peccatori: con queste parole, voleva dire che non era necessario andare a combattere in Oriente per stare vicino a Cristo e che bastava aprire il cuore al Suo messaggio di amore.

Statua di San Francesco d'Assisi- San  Damiano in Assisi  

In generale, l’attività principale di San Francesco era quella della predicazione: parlava con tutti – con gli esseri umani ma, secondo la leggenda, anche con gli animali, inclusi uccelli e lupi feroci – ed esortava tutti a comportarsi con amore l’uno verso l’altro.  

Basilica San Francesco d 'Assisi

Ben presto, però, tra i suoi seguaci – diventati sempre più numerosi – si verificarono dei contrasti: molti di essi, infatti, non volevano vivere nella totale povertà ordinata da Francesco, che lasciò la guida del gruppo, rimanendone un punto di riferimento solo spirituale. 

San Francesco d'Assisi morì nel 1226, ormai malato e colpito dalle stigmate, che aveva ricevuto qualche anno prima sul monte Verna: pochi anni dopo, i francescani cominciarono ad accettare le elemosine e rifiutarono di dover lavorare per vivere. Essi si trasformarono, quindi, in un ordine mendicante.

Nel 1228, intanto, Francesco d'Assisi era stato fatto santo: è il santo patrono d’Italia.    

San Francesco d'Assisi non fu un filosofo nel senso preciso del termine, ma le sue riflessioni sulla vita, sulla morale, sulla religione e sulla natura ebbero una rapidissima diffusione: nacque così il francescanesimo, che ebbe una grandissima influenza nell’Europa del XIII e XIV secolo.

Molti illustri filosofi di quel periodo furono francescani: tra gli altri Bonaventura, Ruggero Bacone, Duns Scoto, Guglielmo di Ockham.

Richiamandosi al pensiero di Agostino, essi affermavano il primato della volontà sull’intelletto, non solo relativamente all’azione umana, ma anche all’azione divina: in questo modo essi si sottoponevano totalmente al comando divino, e quindi alla fede, sia nella sfera etica sia in quella conoscitiva.    

Uno degli aspetti più famosi della vita di San Francesco è il suo stretto rapporto con gli animali. Secondo alcuni, fu proprio a un animale, cioè all’asino che lo aveva trasportato per anni, che rivolse le sue ultime parole: «Fratello asino, sento di aver un gran debito con te. Mi hai sempre trasportato da un paese all’altro, senza mai lamentarti, senza mai protestare. Desidero solo che tu mi perdoni, prima che io lasci questo mondo, perché mi sono comportato in modo disumano con te».

San Francesco d’Assisi è considerato il fautore di un rinnovamento spirituale fondamentale nella storia della cristianità. Centrale nel messaggio di Francesco sono Dio e l’amore che nutre per lui: è proprio Dio, Padre amorevole, il sommo bene dal quale proviene ogni altro bene presente in tutte le creature. L’amore di San Francesco è ancora più grande nei confronti di Gesù, figlio di Dio, nato e morto per la salvezza degli uomini. L’amore dimostrato da Gesù verso gli uomini può essere glorificato in un solo modo, cioè seguendo il suo insegnamento presentato nel Vangelo: «Dobbiamo amare molto l’amore di colui che ci ha molto amati», diceva San Francesco d'Assisi.  

San Francesco, quindi, voleva mostrare ai suoi contemporanei che tutti potevano vivere secondo l’insegnamento del Vangelo, seguendo quando aveva detto lo stesso Gesù: «Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi». La vita e il pensiero di San Francesco, quindi, erano considerati speculum Christi, cioè specchio e immagine di Cristo sulla terra. 

Gli scritti originali di San Francesco d'Assisi giunti fino a noi sono molto pochi. Tra essi, il più noto è certamente Il Cantico delle Creature (o Canto di Frate Sole), un inno di lode e di ringraziamento a Dio per lo splendore del creato: uno splendore che include anche momenti che l’uomo considera negativi, come il dolore e la morte.

"Altissimo, onnipotente, buon Signore, tue sono le lodi, la gloria e l'onore e ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si confanno e nessun uomo è degno di ricordarti. Laudato sii, mio Signore, con tutte le tue creature, specialmente messèr fratello sole, il quale diffonde la luce del sole, e tu ci illumini per mezzo suo, e lui è bello, raggiante con gran splendore; di te, Altissimo, reca il significato. Lodato sii, mio Signore, per sorella luna e le stelle; le hai formate in cielo chiare e preziose e belle. Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per ogni movimento del vento, per il nuvolo, il sereno e ogni tempo per il quale alle tue creature dà i sostegno. Lodato sii, mio Signore, per sorella acqua, che è molto utile, umile, preziosa e casta. Lodato sii, mio Signore, per fratello fuoco, per il quale illumini la notte, ed egli è bello, giocoso, robusto e forte. Lodato sii, mio Signore, per sorella nostra madre terra ,la quale ci sostenta e governa, e produce diversi frutti, con fiori colorati e erba. Lodato sii, mio Signore, per quelli che perdonano grazie al tuo amore, e sostengono malattie e guai. Beati quelli che sopporteranno in pace, che da te, Altissimo, saranno ricompensati. Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun uomo che viva può scappare. Guai a quelli che morranno in peccato mortale; beati quelli che troverà nelle tue santissime volontà; che la seconda morte non gli farà male. Lodate e benedite il mio Signore e ringraziate, e servitelo con grande umiltà. Amen"

Questa opera è stata scritta nel 1224 quando, dopo una notte trascorsa tra i dolori provocati dalla malattia agli occhi e il tormento dei topi, San Francesco ebbe una visione divina. Inoltre, è considerata il primo documento in una lingua volgare, in questo caso umbra, anche se essa presenta anche molte espressioni latine riprese dalla Bibbia e dalla liturgia cristiana.

Il Cantico delle Creature

"Altissimu, onnipotente, bon Signore,

tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfàno

et nullu homo è ne dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,

 spetialmente messor lo frate sole,

lo qual è iorno, et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,

de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle,

in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate focu,

per lo quale ennallumini la nocte,

et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,

et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli che 'l sosterrano in pace,

ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale,

da la quale nullu homo vivente pò scappare:

guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;

beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati,

ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate

et serviateli cum grande humilitate.

Amen"

San Francesco d'Assisi

 

 

red.laprimalinea.it

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