Un indagato, uno solo, per rifiuto di fornire le proprie generalità e oltraggio a pubblico ufficiale; diverse note di stampa di rammarico e presa di distanza da parte delle istituzioni loro malgrado coinvolte, annunci di iniziative quantomeno politiche per chiedere all'Amministrazione regionale di chiarire risvolti e responsabilità dell'accaduto. Si contano i 'feriti' - ed è ovviamente un modo di dire ma dal sapore amaro - all'indomani dei 'fatti del Plus', ovvero della bagarre scatenatasi la notte tra sabato e domenica scorsi all'ex Cittadella dei giovani di Aosta.
Durante la festa di chiusura di FrontDoc 2024 gli esponenti di Fratelli d'Italia Lorenzo Aiello (ex consigliere comunale ed ex leader di CasaPound Aosta, oggi referente aostano di FdI) e Armando Mascaro (consigliere comunale di FdI a Saint-Pierre) mentre erano in caffetteria insieme a Philippe Milleret (musicista, cantautore ed esponente di PAS) sono stati dapprima invitati da una giovane ad andarsene subito in quanto "indesiderati fascisti di merda", poi al loro rifiuto ad andarsene sono stati fronteggiati da un gruppo di almeno una decina di persone, ne è nata un'accesa discussione condita da insulti e minacce ("solo da parte dei nostri assalitori" affermano Aiello e Mascaro) e una mezza baruffa: Aiello si è ritrovato a terra e a quel punto i prodromi di una rissa c'erano tutti ma Milleret, che non è proprio un fuscello e ha in bagaglio una carriera da campione di braccio di ferro, si è frapposto fra i due esponenti della destra valdostana e il gruppo di giovani alquanto accalorati, mentre la direzione del festival FrontDoc, visto il precipitarsi della situazione, ha allertato correttamente il 112. Arrivano polizia e carabinieri e nella 'mischia' volano ancora parole grosse e insulti; alla fine gli agenti di una Volante portano in Questura un giornalista di 42 anni, totalmente estraneo all'aggressione quantunque più verbale che fisica ad Aiello ma responsabile, secondo i poliziotti, di oltraggio e rifiuto di fornire le proprie generalità alle Forze dell'ordine.
Domenica, la co-direttrice di FrontDoc ha espresso il proprio rammarico e quello di tutto lo staff del festival "per l'accaduto e per il fatto che una festa all’insegna del cinema e dello stare insieme diventi un’occasione di tensioni, in disaccordo con lo spirito inclusivo, partecipativo e democratico che caratterizza la nostra manifestazione".
Oggi una nota stampa di FrontDoc ha ripreso gli stessi concetti precisando che "il personale del festival è intervenuto prontamente per bloccare le possibili violenze, dialogando con le parti. Il direttore tecnico in concerto con la direzione artistica ha chiamato le Forze dell’ordine per porre fine a ogni incidente. I membri di FrontDoc, in alcun modo collegati a quanto sfortunatamente accaduto, condannano e prendono le distanze da ogni forma di violenza e di discriminazione". In un primo momento (tante le versioni, tanta è stata la difficoltà di ricostruire con sufficiente chiarezza i fatti) si era ritenuto che a 'invitare' alla porta Aiello e Mascaro fosse stata una referente di Plus per il Comune di Aosta ma questa mattina il sindaco Nuti ha smentito con decisione tale evenienza, ribadendo che anzi il personale 'istituzionale' presente ha unicamente tentato di riportare la pace negli animi e si è preoccupato dell'incolumità dei presenti.
Mentre oggi lunedì 4 novembre sui social si rincorrono e si accavallano ancora commenti e ricostruzioni dell'accaduto (talune alquanto fantasiose), il gruppo consiliare regionale della Lega VdA ha presentato un'interrogazione a risposta immediata al Governo regionale per "conoscere se siano stati fatti i dovuti approfondimenti per identificare i responsabili e impedire qualsiasi discriminazione o aggressione per motivi politici". Compito che è certamente delle Forze dell'ordine piuttosto che della politica ma in Valle d'Aosta il Presidente della Giunta è anche Prefetto...
La Lega ricorda poi che FrontDoc "si svolge con contributo della Regione" e non comprende come in un evento sostenuto dalla pubblica amministrazione si possano operare discriminazioni sulla base del pensiero politico". A ben guardare, però, il 'ferito' più grave in tutta questa storia pare essere proprio l'incolpevole, inclusivo e antiviolento festival del cinema di frontiera.