Politica - 09 novembre 2024, 13:24

Deputato Urzì (FdI) ad Aosta, 'Testolin ha tardato 18 mesi sulla riforma dello Statuto'

Il deputato Alessandro Urzì (al centro nella foto tra Massimo Lattanzi e Alberto Zucchi) in visita ad Aosta

Il deputato Alessandro Urzì (al centro nella foto tra Massimo Lattanzi e Alberto Zucchi) in visita ad Aosta

"Il presidente della Giunta regionale valdostana, Renzo Testolin, Ha perso tanto tempo e c'è il rischio che non porti a casa il risultato". Lo ha detto oggi ad Aosta il deputato Alessandro Urzì, capogruppo per FdI in Commissione Affari istituzionali, riferendosi all'incontro del 31 ottobre scorso tra il presidente della Giunta e il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, in tema di riforma dello Statuto speciale della Valle d'Aosta.

"Testolin non si è confrontato con nessuno - ha sottolineato Urzì - quando avrebbe potuto chiedere consigli a Fratelli d'Italia, che è il primo partito nazionale del governo; sostanzialmente ha perduto un anno e mezzo di tempo in un una dialettica che invece avrebbe potuto dal principio essere risolta attraverso l'allestimento di un tavolo diretto di confronto fra Stato e Regione per affrontare la riforma da subito dello Statuto di autonomia che, ricordo, segue una procedura uguale a quella di riforma costituzionale, quindi impone due passaggi, due letture, a Camera e Senato, quindi ha anche dei tempi di approvazione".

Urzì ha ricordato che "è stato avviato unicamente il tavolo per la riforma dello statuto del Trentino-Alto Adige nonostante il tentativo di condurre una trattativa che riunisse tutte le cinque regioni a Statuto speciale".   

Il ministro, ha riferito nei giorni scorsi lo stesso Testolin, "ha dichiarato che verrà attivato quanto prima un tavolo tecnico" per la revisione dello Statuto speciale a seguito della richiesta della Vallée, ma secondo Urzì "il rischio che oggi abbiamo di non poter portare a casa, ma vorremmo e tenderemo di ovviamente prevenire questa sventura, una riforma dello statuto d'autonomia, è addebitabile esclusivamente in questo caso alle scelte fatte dal presidente perché questo anno e mezzo avrebbe potuto essere sfruttato opportunamente, per avere subito questo processo di riforma, vedendo tutte le forze non solo consiliari, ma quelle politiche che poi infine assumono la decisione finale, che sono quelle di governo, protagoniste". 

red.laprimalinea.it

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