"Tunnel ferroviario del Fréjus chiuso, tunnel stradale del Colle di Tenda chiuso, traforo del Monte Bianco chiuso per tre mesi. L’attuale situazione delle infrastrutture di collegamento tra Italia e Francia sta portando il sistema all’esasperazione". Lo sostiene la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi-Cipra italiana e francese, secondo cui, però, non è con l’aumento della capacità di trasporto su stradariproponendo vecchie soluzioni come il raddoppio del tunnel del Monte Bianco che si risolve il problema".
Occorre invece, per Cipra "ripristinare con urgenza il collegamento ferroviario esistente del Frejus, chiuso dall’agosto 2023 a causa di una frana in territorio francese, riaprire prima possibile il collegamento stradale attraverso il Colle di Tenda (chiuso dall’alluvione del 2020) e che i due Paesi trovino finalmente un accordo per rendere efficiente una linea ferroviaria internazionale come quella della Valle Roja. Inoltre, il trasferimento modale necessita diessere rilanciato con serie politiche trasportistiche che disincentivino il trasporto su gomma e non solo infrastrutturali, anche in considerazione dei costi, degli impatti e delle tempistiche che queste ultime comportano".
Quanto al raddoppio del tunnel stradale del Monte Bianco, periodicamente chiuso per lavori di manutenzione, "se da un lato potrebbe costituire un’alternativa in caso di situazioni emergenziali", secondo Cipra non rappresenta una soluzione per il trasporto né delle merci né dei passeggeri, "ma andrebbe a incrementare il traffico di attraversamento in due regioni di montagna con vallate strette come la Valle d’Aosta e la Savoia, dove l’inquinamento ha effetti maggiori. La stessa cosa è destinata ad accadere con l’apertura della seconda canna del Frejus, realizzata per fini di sicurezza, ma pronta ad attirare nuovo traffico su gomma".
“Viceversa – ricordano Vanda Bonardo, presidente di Cipra Italia e Gilles Chappaz, presidente di Cipra Francia – è urgente intervenire per ridurre e regolare il traffico nelle Alpi, salvaguardando la salute della popolazione alpina e dei delicati ecosistemi che rendono così straordinario il paesaggio delle Alpi".
Bonardo ricorda che "come concordato dagli Stati sottoscrittori della Convenzione delle Alpi, la capacità di transito stradale attraverso i valichi alpini deve essere utilizzata in modo efficiente, ma non deve essere aumentata con nuove vie di transito stradale e soprattutto non raddoppiando le gallerie esistenti. Il vincolo dell’articolo 11 del protocollo trasporti rischia di essere disatteso laddove si portino a compimento nuovi raddoppi. Ora, con una crisi climatica che avanza senza scampo, più di prima occorre indirizzare le scelte trasportistiche verso una politica efficace di trasferimento del traffico dalla gomma al ferro, attraverso ferrovie efficienti e competitive e un pieno sfruttamento delle capacità esistenti".