Si è chiusa con un indagato per omicidio colposo plurimo, l'inchiesta condotta dal pm Giovanni Roteglia sulla morte di tre aspiranti guide alpine travolte dalla valanga caduta nel zona del colle della Tsanteleina il 13 aprile 2023. Si tratta del valdostano Matteo Giglio, istruttore del gruppo e unico superstite della tragedia.
In un primo momento la procura aveva chiesto l'archiviazione, poi ai primi di settembre 2023 un avvocato difensore dei familiari di una delle vittime aveva depositato una memoria che convinse il pm a chiedere al gip la revoca della richiesta di archiviazione.
La slavina caduta in territorio francese ma ad appena 80 metri dalla Val di Rhemes costò la vita a Sandro Dublanc, 43 anni, valdostano maestro di sci di Champorcher; al finanziere Elia Meta (36), in servizio nella caserma del Soccorso alpino della Guardia di finanza-Sagf di Entreves (Courmayeur) e a Lorenzo Holzknecht (38), campione di skialp residente a Bormio.
Era stato Matteo Giglio a dare l'allarme via satellite; era poi riuscito a disseppellire parzialmente i suoi allievi e a scendere a valle per andare incontro ai soccorritori; coinvolto parzialmente dal distacco, era stato ricoverato al 'Parini' in condizioni non gravi ed era stato dimesso dopo poco tempo.
Quando chiese l'archiviazione del procedimento il pm aostano ritenne credibile e non smentito da altri elementi il racconto di Giglio secondo cui la valanga si era staccata al passaggio di Dublanc su un accumulo di neve ventata, evitato in precedenza dallo stesso istruttore e dagli altri due allievi. A causa del maltempo i corpi delle tre vittime erano stati recuperati soltanto l'indomani della tragedia; nel frattempo il vento aveva spostato la neve, impedendo agli inquirenti di ottenere riscontri utili dai rilievi nivologici. La documentazione depositata dal legale sosteneva una tesi diversa dalla testimonianza di Giglio. Fu quindi chiesta al gip una perizia con incidente probatorio di tipo scialpinistico e informatico, anche sulle tracce satellitari registrate dai dispositivi delle persone coinvolte.
Sulla base della relazione, il pm Roteglia ha ipotizzato nei confronti di Giglio il mancato utilizzo di zaini con sistema airbag e una modalità di discesa nel canalone che avrebbe potuto essere più prudente e forse diminuire così il numero di vittime. Secondo la perizia la discesa era stata scaglionata ma per ‘tappe’ lungo il canalone, senza attendere che ciascun scialpinista finisse di percorrerlo prima di far partire il successivo corsista.