Attualità - 25 novembre 2024, 07:05

Oggi 25 novembre insieme per Le Donne; fermiamo la violenza

Questa importante ricorrenza, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è pensata per incentivare le iniziative volte a sensibilizzare le comunità su una quotidiana violazione dei diritti umani con la quale devono fare i conti le donne di tutto il mondo

Oggi 25 novembre insieme per Le Donne; fermiamo la violenza

Si celebra ogni anno, il 25 novembre, la Giornata Internazionale contro la Violenza delle Donne, un momento di riflessione e azione per combattere la violenza di genere in tutto il mondo.

Secondo le ultime statistiche del 2024 della World Health Organization, il femminicidio continua a rappresentare una delle piaghe più gravi della nostra società. A livello globale, si stima che ogni giorno si verifichino circa 137 femminicidi. In Asia, il maggior numero di omicidi di donne è stato registrato, con oltre 20.000 casi nel 2017. In Italia, nel 2024, le donne vittime di omicidio volontario sono state 123, con l'80,5% delle vittime morte a causa di una persona conosciuta. Anche in Valle d'Aosta, il fenomeno del femminicidio deve destare preoccupazione e allarme: l'ultimo caso accertato è il brutale assassinio di Auraine Laisne, tra marzo e aprile di quest'anno e nella nostra regione i 'codici rossi' derivanti dalle segnalazioni di violenze e maltrattamenti sulle donne sono cresciuti a livello esponenziale.

La violenza contro le donne ha radici profonde che sono culturali e mentali. È necessario un impegno globale e coordinato per porre fine a questa piaga e costruire un futuro in cui tutte le donne possano vivere libere dalla paura e dalla violenza. In occasione della Giornata Internazionale, numerose iniziative sono state organizzate in tutta Italia per sensibilizzare la popolazione e promuovere una cultura del rispetto.

La violenza di genere oltre a prendere la forma di violenza fisica, può anche assumerne altre, come quella verbale, psicologica o economica.

In occasione di questa giornata ricordiamo quindi alcuni titoli di pubblicazioni degli ultimi anni (saggi, memoir e romanzi) che affrontano il tema da diverse prospettive, permettendo di capire la portata del problema in Italia e nel resto del mondo, le conseguenze della violenza sulle vittime e sulle persone che gli sono vicine, ma anche le metodologie e gli strumenti che servono per poter contrastare questo fenomeno.

Il cambiamento che meritiamo. Come le donne stanno tracciando la strada verso il futuro (Longanesi) è un saggio che delinea la problematica situazione in cui le donne vivono in Italia e nel mondo. Scritto dalla giornalista e scrittrice Rula Jebreal, consigliera sui temi per la parità di genere del G7, questo testo affronta il tema della violenza sulle donne nelle sue numerose sfaccettature (l'aumento del fenomeno durante la pandemia, il pregiudizio che colpisce le donne che la subiscono, la violenza verbale e l'incitamento all'odio) sia tramite dati che inquadrano il fenomeno, sia tramite le storie di chi continua a lottare per offrire a donne e bambine la possibilità di sfuggire alle violenze. Raccontando sia la propria storia personale, sia le svolte nella vita delle persone venute in contatto con queste realtà, Jebreal con questo libro vuole anche incoraggiare la creazione e il supporto di reti di sostegno per le donne e per i loro figli. Cosa devono affrontare le persone che sopravvivono a una vittima di femminicidio? Lo racconta la giornalista e fotografa Stefania Prandi nel libro Le conseguenze.

I femminicidi e lo sguardo di chi resta (Settenove), risultato di un reportage lungo tre anni. Prandi racconta il cammino tortuoso che aspetta genitori, fratelli e sorelle e figli delle vittime, che oltre al dolore devono affrontare processi e spese legali, mancato supporto da parte delle istituzioni e accuse mediatiche. Un percorso che molti decidono di affrontare contribuendo ad aumentare la consapevolezza sul tema tramite libri, petizioni, raccolte di fondi e incontri nelle scuole, al fine di mostrare che prima ancora che un problema personale e privato, quello della violenza sulle donne è un problema sociale e politico. Proprio per questa ragione per poter contrastare la violenza sulle donne prima di tutto è necessario comprenderla, sia nelle sue forme più pericolose, sia in quelle innocue solo apparentemente. 

Carlotta Vagnoli nel libro 'Maledetta sfortuna. Vedere, riconoscere e sfruttare la violenza di genere' (Fabbri editori) si occupa di raccontare le diverse forme che assume la violenza di genere, come per esempio quelle del catcalling, del revenge porn, del linguaggio d’odio, e dei pregiudizi nell’educazione. Tutti sistemi psicologici e sociali che influiscono sulla vita delle donne, conducendo alcune di loro a decidere di non denunciare per paura di non essere credute o giudicate. Un altro dei problemi che si trovano ad affrontare alcune delle donne che riescono a denunciare o abbandonare compagni maltrattanti è quello di trovare le risorse per mantenere se stesse e i propri figli, soprattutto se in precedenza era proprio il compagno a impedire l'accesso al mondo del lavoro o alle finanze di famiglia.

Stephanie Land nel suo racconto autobiografico 'Donna delle pulizie' (astoria, traduzione di Chiara Libero), ora trasposta anche su Netflix nella serie tv Maid, racconta gli anni difficili che ha affrontato dopo essere fuggita da una relazione abusiva, trovandosi sola con la figlia a vivere in condizione di povertà e in continua incertezza economica, riuscendo però grazie alla tenacia e al duro lavoro a costruire per entrambe un futuro migliore .La comprensione del problema della violenza sulle donne passa anche da una consapevolezza delle discriminazioni del passato e da cui le donne - in alcune zone del mondo - sono riuscite a emanciparsi tramite molte battaglie.

Viola Ardone nel romanzo di formazione 'Oliva Denaro' (Einaudi) racconta come la realtà di un piccolo paese negli anni '60 potesse essere opprimente per una giovane ragazza. Oliva infatti si trova a subire le attenzioni di un ragazzo appartenente a una famiglia influente, che decide di rapirla affinché a causa della pressione sociale per la violenza subita lei sia costretta a diventare sua moglie. Tramite questo romanzo Ardone racconta il calvario attraversato da molte donne a causa dei pregiudizi della società, che al posto di proteggerle sosteneva così la causa della fonte della violenza.

Similmente, ma in un contesto diverso, l'artista inglese Una nel graphic novel 'Io sono Una' (add editore, traduzione dall’inglese di Marta Bertone) sottolinea già a partire dal titolo il legame che unisce il dolore personale delle vittime di violenza e il peso collettivo legato alla misoginia e alla paura. Questa storia ha luogo nello Yorkshire degli anni ‘70, e unisce il dramma della protagonista, vittima di una violenza sessuale infantile, con l’atmosfera che opprimeva le donne in quegli anni, sia a causa dei pregiudizi della società sia per il terrore che in quel periodo seminava il serial killer autore di numerose aggressioni e omicidi nella zona. L'artista Una in questa storia dalle tavole delicate e potenti traspone la difficoltà nell'affermare se stessi e nel superare un evento traumatico in un sistema in cui la colpa della violenza viene più o meno velatamente attribuita alle vittime.

Un'altra delle sfide dalla quale passa l’emancipazione femminile è quello del diritto all’istruzione per le donne, non ancora riconosciuto egualmente in tutto il mondo. A essersi battuta fin da un’età giovanissima affinché in Pakistan questo diritto fosse garantito a lei e alle sue compagne è Malala Yousafzai, che per il suo impegno in questo campo (portato sempre avanti nonostante i rischi: a soli 15 anni hanno tentato di ucciderla proprio per il suo attivismo) nel 2014 è diventata la più giovane persona a essere stata insignita del Premio Nobel per la pace. Yousafzai ha raccontato la sua storia e le sue battaglie nel libro Io sono Malala (Garzanti, traduzione di Stefania Cerchi), un memoir in cui racconta la strada tortuosa che l'ha portata a battersi per l'istruzione dalle valli del Pakistan fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite.

Ricordiamo di allertare il 1522 ai primi segnali di sopruso e di violenze. Di seguito i link per i contatti del Centro Donne Contro la Violenza

https://www.regione.vda.it/servsociali/violenza_di_genere/servizi/centro_donne_antiviolenza_i.aspx 

https://www.comune.aosta.it/servizi/pari-opportunita/centro-donne-contro-la-violenza 

 

 

red.laprimalinea.it

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