Il Consiglio Valle riconosce il diritto alla cittadinanza ai minori stranieri nati o arrivati in Italia in giovane età che abbiano completato un ciclo scolastico di cinque anni nel nostro Paese.
Mercoledì 18 novembre l'Assemblea ha approvato con 21 voti a favore, sei contrari e tre astensioni, espressi con votazione segreta, una mozione del gruppo Progetto Civico Progressista-PCP, emendata dal Presidente della Giunta, che impegna il Consiglio Valle ad attivarsi - anche attraverso i Parlamentari valdostani - presso il Governo nazionale e il Parlamento per sostenere una riforma della legge sulla cittadinanza che includa il principio dello 'Ius Scholae'.
"In Italia vige il principio dello "Ius Sanguinis" che conferisce la cittadinanza per discendenza diretta da genitori italiani - ha spiegato la capogruppo di PCP, Erika Guichardaz -. Quindi un bambino nato in Italia da genitori stranieri non acquisisce automaticamente la cittadinanza, ma può richiederla solo al compimento del 18esimo anno di età e a condizioni specifiche. La mancanza di cittadinanza può ostacolare le opportunità educative e lavorative dei giovani non italiani, nonostante la loro formazione e integrazione nella società italiana".
Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, è intervenuto per illustrare le modifiche all'impegnativa della mozione, evidenziando che "qui non si parla di soggetti irregolari e violenti, ma di coloro che vivono e lavorano in Italia da tempo. Lo 'Ius Scholae' permetterebbe ai regolari di fare una scelta seria, di godere di diritti e doveri, di integrarsi seguendo un percorso di studi che getta le basi per un progressivo sviluppo di conoscenze della cultura italiana. Dare la possibilità di fare un percorso di istruzione è un atto di civiltà e potrebbe anche favorire in prospettiva quel necessario sviluppo di manodopera richiesto dalle imprese e dalle associazioni di categoria".