Se in quell’occasione il sassofonista statunitense perseguiva e per certi versi portava alle estreme conseguenze l’epica (non a caso il titolo di un altro dei suoi dischi) e la monumentalità del proprio jazz, per questo episodio le coordinate si riallineano all’elemento più terreno della danza. Testimonianza di ciò un primo singolo estratto, Prologue, che attacca danzereccio con una batteria vagamente due-step a fare da spina dorsale per l’architettura come al solito imponente delle orchestrazioni di Washington e del suo sax.
Nel disco compare accanto al sassofonista una pletora di ospiti (oltre agli storici partners in crime Thundercat, Terrace Martin, Patrice Quinn): trattasi di André 3000, fresco di svolta spiritual (e che qui manco a dirlo sfodera nuovamente il suo doppio flauto per un secondo estratto, Dream State, tra new age, fusion e anche una strizzatina d’occhio allo Shabaka altezza The Comet is Coming) un tale George Clinton, BJ The Chicago Kid, D-Smoke e Taj e Ras Austin.
Ma la più importante ospite, a detta dello stesso Washington, è sua figlia, autrice della melodia di Asha The First composta durante alcune delle sue prime sperimentazioni al pianoforte e co-protagonista del padre in copertina.
A cura di Paolo Fassino- SpazioMusica, Aosta
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