Politica - 17 gennaio 2025, 07:58

'Ve lo ricordo io, chi è stato Augusto Rollandin'

Lungo intervento dell'assessore all'Agricoltura, Marco Carrel, in Consiglio Valle: i ricordi, gli ammonimenti, le qualità dell'uomo e del politico, le opere compiute, i tradimenti e i tentativi (falliti) di seminare zizzania

Marco Carrel e Augusto Rollandin

Marco Carrel e Augusto Rollandin

"Combien de fois ai-je eu l’honneur de parcourir les 500 mètres qui séparent la rue de la Porte Prétorienne du Palais Régional avec Augusto, un homme qui au cours de son intense vie fut d’abord agriculteur, puis vétérinaire, ensuite maire, et enfin homme politique sur proposition de Maria Ida Viglino…". L'emozione nella voce -  e non avrebbe potuto essere altrimenti - martedì scorso nell'aula del Consiglio Valle è stato l'assessore regionale all'Agricoltura e co-fondatore del Movimento Pour l'Autonomie, Marco Carrel, a ricordare all'Assemblea chi o meglio 'cosa' è stato Augusto Rollandin per la Valle d'Aosta e per i valdostani.

Insieme a Rollandin, il giovane politico oggi assessore lasciò cinque anni fa l'Union Valdotaine in dissidenza sull'interpretazione "dei reali bisogni della comunità", disse una volta il pluripresidente della Giunta sceso da Brusson, lasciando intendere che l'Autonomia, per lui, non era un simbolo politico ma una ragione di vita.

Una scelta condivisa nella mente e nel cuore con quell'uomo dalla "démarche rapide, toujours prêt à faire un signe de la main en guise de salutation et offrant avec spontanéité son sourire franc, moi, attentif et concentré pour ne rater aucun de ses mots et réussir à déchiffrer les expressions de son visage… Une poignée de pas qui était désormais devenue une habitude pour moi, mais aussi une occasion incontournable pour discuter avec lui des personnes, de projets et de l’avenir, en nous exprimant toujours rigoureusement en patois, notre langue du cœur, langue qu’il préférait à l’italien, qu’il utilisait uniquement quand il se laissait emporter et voulait souligner sa colère".

Carrel ha ricordato all'Aula una delle massime preferite di Augusto Rollandin: "Le juste moment pour dire les choses est une question fondamentale": una regola applicata con rigore dall'Amministratore pubblico in assoluto più votato dal popolo valdostano, "et c’est grâce à ce silence  - ha proseguito Carrel nel silenzio medesimo del Consiglio - que nous avons pu voir, lire et écouter avec une plus grande attention ce qui se passait autour de nous et dans la chambre funéraire installée au Palais régional, pour laquelle nous avons tant lutté, coude à coude avec sa famille, en surmontant d’inexplicables et d’incompréhensibles difficultés. Quello che abbiamo visto sono state centinaia di persone con gli occhi lucidi, e il cuore pieno di affetto, rispetto e stima, venire a dargli un ultimo saluto commosso...". Quello tratteggiato dall'assessore è un affresco: "Ciascuno di loro ha voluto condividere con noi un’immagine di Augusto: in una stalla mentre in qualità di veterinario aiuta un allevatore; a una festa intento a cantare e danzare nell’allegria generale; in montagna durante le sue passeggiate mattutine, oserei dire quasi notturne, prima di recarsi in ufficio; nei momenti di partecipazione a scelte personali difficili e sofferte. Siamo certi che abbia gradito l’omaggio che gli hanno reso con la loro presenza sincera i valdostani, a testimonianza del saldo legame che lui ha saputo creare con tutti loro, senza mai risparmiarsi nell’impegno".

Poi Carrel è tornato all'oggi, con qualche 'stoccata' a chi, nel momento del dolore, non è riuscito a evitare di calarsi nei panni, farlocchi, di giudice: "Quello che abbiamo letto sono stati fiumi di parole su chi era Augusto Arduino Rollandin, sul suo trascorso, sulla sua storia indissolubilmente intrecciata a quella della nostra Regione da lui a tal punto profondamente amata, da avergli donato gran parte del suo tempo e delle sue energie. Alcuni hanno ricordato il politico, altri l’uomo, altri ancora hanno preferito costruire servizi di cronaca giudiziaria, dimenticando di accennare a ciò che realmente ha fatto per la Valle d’Aosta. L’ho immaginato, più volte, a scorrere la rassegna stampa….e l’ho immaginato lì, seduto alla sua scrivania, con la lampada accesa, gli occhiali appena appoggiati sul naso e un sorriso lieve e gentile, quasi divertito (...) Quello che abbiamo invece avuto modo di ascoltare durante un lungo ed emozionante incontro da me ed Aldo fortemente voluto, sono stati i ricordi e le considerazioni di chi gli è stato accanto nel suo percorso umano e professionale. Qualcuno di loro ha voluto sottolineare alcuni aspetti personali del suo carattere: la totale dedizione al suo lavoro che lo impegnava dall’alba fino a notte fonda – sempre il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo ad andarsene – e la profonda umiltà che non gli consentiva mai di vantarsi dei successi raggiunti e delle onorificenze ricevute. Qualcun altro ci ha invitato a non permettere che la sua preziosa eredità di azioni e pensieri venga trattata alla stregua di una coperta che ciascuno cerca di tirare nella propria direzione per conseguirne un vantaggio e un merito che non gli appartiene. Qualcun altro ancora ci ha fatto notare che nessuno ha rimarcato la grandezza di Augusto come statista nonostante a comprovarlo ci sia l’indiscutibile apporto che ha dato alla crescita della Valle d’Aosta…". Lo ha fatto Marco Carrel, segnando alcuni tra i tanti passaggi cruciali di cui Rollandin  è stato protagonista: "In primis la sua lunga gestione, capace ed oculata, del boom del riparto fiscale e di tutte quelle che sono state le trattative con lo Stato, che ci ha permesso di conseguire notevoli risultati per la nostra Regione. Tutto ciò è stato possibile grazie a numerosi contatti internazionali e nazionali che lui intesseva con grande pazienza e perseveranza; les relations qu’il avait construit avec patience et persévérance avec la France et qui on permit la participation, en tant qu’invité, de la Vallée d’Aoste aux Sommets d’Etats Francophonie; la diffusion et le développement dans notre région d’une 'francophonie dans un monde plurilingue'; les rapports avec les principaux représentants de la République Française, pour l’essor de la langue et de la culture française par le biais de la diffusion des programmes télévisés en langue française dans notre région; i rapporti con il professor Romano Prodi, che vanno dai tempi di Prodi presidente dell’IRI allo stesso Presidente della Commissione Europea…fino ai proficui rapporti politici allo scopo di entrare nelle piaghe della normativa elettorale per le elezioni europee che si è poi tradotta con esiti che ricordiamo tutti. Non possiamo poi non ricordare l’approvazione, su suo impulso, della legge FRIO, quella che sarebbe poi diventata con le modifiche la legge FoSPI, relative ai rapporti con gli Enti locali, con cui si destinavano risorse per finanziare i Comuni in base alle priorità e le finalità perseguite; i progetti di costituzione dell’Agenzia del lavoro, di riorganizzazione del Soccorso alpino, e di acquisizione del Mauriziano, da lui fortemente voluti per dare un nuovo slancio ad ambiti che riteneva essenziali per lo sviluppo della Valle d’Aosta; la prosecuzione e la realizzazione dei lavori, grazie alla sua tenacia, dell’autostrada e della biblioteca Bruno Salvadori, iniziati ai tempi del Presidente Andrione per cui, contrariamente a quanto si racconta, ha sempre avuto parole di stima e rispetto; le grandi opere che ha promosso con lungimiranza e entusiasmo, tra cui la Skyway Monte Bianco e l’Università della Valle d’Aosta, che oggi costituiscono importanti poli di interesse e di attrazione per la nostra Regione; in ultimo, ma non sicuramente per ordine di importanza, tutte le iniziative che ha realizzato in favore dei settori agricolo e zootecnico, che da lui venivano considerati - e a ragione - i cardini del sistema produttivo regionale e per questo meritevoli di massima attenzione. Una tra tutte, quella che forse non è stata mai messa troppo in risalto (incomprensibile), è stata il riconoscimento dell’Associazione ANABORAVA, avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica, quale ente morale con personalità giuridica il 22 giugno 1987".

Poi, qualche rappel di alcuni aspetti meramente politici del rapporto del giovane Carrel con il 'leone' della politica valdostana, che forse vale la pena riportare per esteso: "Ricordo nitidamente ancora un giorno di diversi anni fa, durante una delle nostre solite passeggiate, lui si rivolse a me 'in italiano' (quindi era nervoso per non dire arrabbiato ndr) per domandarmi come mai non lo avessi informato dell’uscita a breve di un articolo in cui si riportava la notizia che non lo volevano più nell’Union Valdôtaine….io, che non sapevo assolutamente nulla né dell’uno e né dell’altra, nonostante fossi nel Comitè in quanto allora Animateur della Jeunesse Valdôtaine, lo guardai stupito e attonito….e non ci fu bisogno di dire o aggiungere altro perché certe volte non servivano le parole e neppure le spiegazioni, con Augusto…sapeva leggermi dentro. Fu così che nell’estate del 2020 arrivò la sua decisione di fondare un nuovo Movimento, motivata unicamente dal proposito di dar vita a un progetto che sapesse differenziarsi dal modo di far politica ormai largamente diffuso che, a suo dire, era ormai seduto su sterili divisioni e diventato uno show incapace di produrre risposte concrete. Per il nome prese spunto alla sua esperienza da Senatore 'Per le Autonomie'; per la squadra di lavoro si affidò al suo intuito, scegliendo persone che condividevano i suoi valori, i suoi obiettivi e la sua idea di politica…nacque così Pour l’Autonomie. Da qui è ripartito, e noi con lui, affrontando una campagna elettorale per le regionali che nonostante ci vedesse partire da sfavoriti, ci ha permesso di conquistare tre seggi in Consiglio, a dimostrazione della fiducia che i valdostani hanno riposto in lui, e nel gruppo che ha creato. Nel 2022, la nostra ultima salita insieme al Monte Zerbion durante la quale, preso atto del fatto che da parte delle forze autonomiste non c’era una reale disponibilità a condividere proposte, programmi e nomi di candidati da presentare congiuntamente alle elezioni politiche nazionali che si sarebbero tenute a breve, decidemmo la sua candidatura al Senato. Sappiamo tutti come sono andate quelle elezioni e le polemiche che ne sono seguite….polemiche che hanno avuto come unico comune denominatore l’incapacità di alcuni di assumersi le proprie responsabilità scaricandole su qualcun altro…stranamente quel qualcun altro era Augusto. Nel 2023, dopo le dimissioni della Giunta Lavevaz e i brevi colloqui con il nuovo candidato Presidente, Augusto venne da me una mattina per rivelarmi di aver ricevuto delle chiamate in piena notte con cui lo si avvertiva della mia intenzione di girargli le spalle in cambio della nomina ad Assessore. Nei suoi occhi lessi il dubbio ma al contempo il rifiuto di considerare che una simile eventualità potesse verificarsi…un conflitto interiore che si risolse non appena si accorse della mia incredulità e della mia indignazione, e ancora una volta, non ci fu neppure bisogno di esprimerle perché aveva già capito tutto. Qualche giorno dopo, esattamente come lui aveva previsto, arrivammo a individuare l’autore di quelle telefonate, e ci fu chiaro che era stato tutto un tentativo per addossare a lui, a noi, le colpe di un mancato accordo che avrebbe lasciato libera strada ad altri possibili scenari di maggioranza. Il tentativo di dividerci e creare discordia tra lui e me, non solo naufragò miseramente, ma ci offrì la possibilità di rinsaldare il nostro legame in un rapporto ancora più limpido e aperto. Verso la fine del 2023, in una serata trascorsa in casa sua, mi chiese quasi a bassa voce quando il bilancio sarebbe stato discusso in Consiglio e a me bastò uno sguardo per capire che lo stava aspettando per poi prendere delicate e sofferte decisioni personali…poi mi fece promettere di non cadere mai in facili tentazioni politiche ma di continuare invece sulla strada da lui tracciata per Pour l’Autonomie, non dimenticando mai l’importanza di mantenere una visione politica lineare incentrata sul PER e mai sul CONTRO, e la capacità di parlare ai valdostani di autonomia in maniera differente, riuscendo a rilanciarne i concetti fondanti e renderne concreti gli ideali".

Durante quest’ultima legislatura, prima che la malattia lo minasse, "spesso e volentieri Augusto ha fatto riferimento al senso di unità che deve regnare tra chi è chiamato a prendere decisioni da cui dipende il futuro della nostra Regione. La Valle d’Aosta, come amava spesso ripeterci, non può permettersi una politica che non decide perché bloccata dalle contrapposizioni nei partiti e tra i partiti, e dall’incapacità di trovare, attraverso il dialogo e la condivisione, le soluzioni più adeguate a rispondere alle esigenze della nostra comunità. Come Pour l’Autonomie abbiamo improntato il nostro agire su questa che è stata una tra le sue più illuminanti lezioni, e continueremo a farlo sperando che questo messaggio venga recepito da tutti noi".

E infine, un'ultima reminiscenza: "Augusto, oltre a tutto ciò che abbiamo cercato di evidenziare, è stato un politico che ha portato i valdostani nella loro semplicità e genuinità al secondo piano di Palazzo Deffeyes…era il ragazzo che nei primi tempi, mentre i suoi colleghi bevevano il cappuccino in piazza, con passo svelto si recava in ufficio dopo aver già munto e portato il latte in latteria. Forse è per questo motivo che il primo termine che mi è venuto in mente quando mi è stato chiesto che cosa mi ha insegnato Augusto, è stato il 'rispetto'. Permettetemi infine, glielo devo, di rispondere alla critica, che spesso è stata mossa ad Augusto, di non aver fatto crescere accanto a lui dei giovani…basta guardare chi siede oggi in quest’Aula per rendersi conto di quanto quest’affermazione sia lontana dal vero. Possiamo dirlo….chi più direttamente chi meno, chi più ad alta voce chi meno…per mille e mille motivi …..io ho avuto la fortuna di aver scelto di dirlo sempre e non ho mai avuto problemi a dirlo, tanto meno oggi: merci de tot Gueste".

pa.ga.

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