Cronaca - 20 gennaio 2025, 19:15

Per il giudice civile non ha colpe la coltivatrice condannata in penale per truffa su fondi UE

Elaine Lunghini ha vinto il ricorso contro la Regione Valle d'Aosta, che le aveva revocato i contributi alla luce dell'inchiesta della Procura Europea, che accusa la giovane lavoratrice di non aver coltivato appezzamenti agricoli per i quali aveva percepito oltre 300 mila euro di finanziamento

Per il giudice civile non ha colpe la coltivatrice condannata in penale per truffa su fondi UE

Un caso, l'ennesimo, di sentenze contrapposte emesse da due sedi giudicanti sullo steso caso giuridico e che pesano entrambi. Solo che qui è in ballo tanto, tantissimo: il futuro, l'onorabilità e in ultimo ma non per importanza - le economie di una giovane che all'agricoltura sostenibile ha dedicato e dedica una parte importante della sua vita. 

Elaine Lunghini, coltivatrice di Chatillon già titolare di un'attività di produzione e vendita di prodotti tipici locali, è stata accusata dalla Procura Europea (quella che porta a giudizio i presunti autori di reati a danno del bilancio UE) con l'accusa di truffa aggravata ai danni della UE, sostenendo che non avrebbe coltivato appezzamenti agricoli nel territorio di Nus, per i quali ha ottenuto oltre 300 mila euro di finanziamento.

Assistita dall'avvocata Michela Malerba del Foro di Torino, Lunghini è stata giudicata in rito abbreviato nel novembre scorso dal Giudice per l'udienza preliminare Marco Tornatore, del tribunale di Aosta, che l'ha ritenuta colpevole del reato contestatole e l'ha condannata a dieci mesi di carcere e al pagamento di 600 euro di multa, delle spese processuali e di una provvisionale immediatamente esecutiva di quasi 21 mila euro. Il Gup ha ha subordinato la sospensione della pena alla condizione che l'imputata, "entro il termine di tre mesi dalla data di irrevocabilità della sentenza - si legge nell'atto - risarcisca integralmente il danno cagionato alla parte civile costituita (la Regione Valle d'Aosta che è parte responsabile per la UE ndr)".

A sua volta, però, Elaine Lunghini aveva inoltrato ricorso, sempre in sede civile, contro la revoca dei contributi europei a suo tempo concessigli dalla Regione. Oggi, lunedì 20 gennaio, la sentenza civile che fa a pezzi quella penale: per il giudice del tribunale di Aosta la coltivatrice non ha colpe per l'eventuale mancata ottemperanza dell'attività per le quali era stata accolta la richiesta di contributo, sempre che di mancata ottemperanza si possa parlare. Quanto alla sentenza di primo grado comminata da Tornatore, il giudice civile ha sottolineato che i due procedimenti, penale e civile, corrono su linee parallele ma non è detto che si debbano incrociare nè tantomeno confluire allo stesso punto di arrivo.

E' certa la costituzione di ricorso in Appello da parte dell'avvocato Malerba, che sostiene la piena innocenza della sua assistita, non appena saranno pubblicate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni dal 13 novembre scorso). Quanto all'avvocatura regionale, facile supporre che i legali del Palazzo stiano già studiando la sentenza civile riga per riga.

Nello stesso procedimento e per lo stesso reato di truffa aggravata era imputata anche un'altra persona, un'agronoma valdostana che è stata assolta con formula piena "per non aver commesso il fatto". 

pa.ga.

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