Cronaca - 21 gennaio 2025, 07:55

Corruzione a Oyace: arresti e condanne ma con un incredibile colpo di spugna la centralina dello scandalo si farà

Corruzione a Oyace: arresti e condanne ma con un incredibile colpo di spugna la centralina dello scandalo si farà

Si parte dalla condanna. L'ex sindaco di Oyace Remo Domaine, 54 anni  e il 47enne imprenditore ed ex assessore a Bionaz Flavio Petitjacques patteggiarono nell'aprile del 2021 (sentenza 106/21) un anno e sei mesi di carcere ciascuno (pena sospesa) per concorso in corruzione impropria in atto d'ufficio. La vicenda è nota e riguarda l'inchiesta della procura aostana sul tentativo di realizzazione di una centrale idroelettrica in località Gallian, a Oyace. Secondo gli inquirenti, Domaine dal 2016 si era speso per risolvere problemi pratici, giuridici ed economici relativi alla all'opera che Petitjacques voleva realizzare. In cambio l'imprenditore lo aveva retribuito con il 50 per cento della società Varere srl, titolare della subconcessione di utilizzo della centralina - e quindi della metà dei futuri utili - quota appartenuta nientemeno che alla figlia di Domaine.

Un patteggiamento provvidenziale

L'8 giugno 2020 Domaine e Petitjacques erano stati arrestati e posti ai domiciliari. Le prove nei loro confronti, suffragate da diverse e inequivocabili intercettazioni telefoniche ("sono anni che manovriamo (...) adesso che siamo arrivati alla fine...adesso abbiamo il permesso di fare la centrale (...) finita la purga!") erano schiaccianti: Domaine (difeso dall'avvocato Corrado Bellora) e Petitjacques (avvocato Saverio Rodi) erano finiti imputati per concorso in corruzione propria per un atto contrario ai doveri d'ufficio. I due legali proposero al pm Luca Ceccanti il patteggiamento e nel contempo la derubricazione del reato (da corruzione propria a impropria, una differenza sostanziale perché la prima si verifica in cambio di un atto contrario a doveri d'ufficio del pubblico ufficiale, la seconda per un atto che invece rientra nei doveri) sostenendo che era emersa l'utilità pubblica della centrale, la cui realizzazione in questo modo non si sarebbe resa più un atto contrario ai doveri dell'allora sindaco.

Ed effettivamente il Consiglio comunale di Oyace il 6 giugno 2016 aveva votato favorevolmente la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera ma, è scritto nero su bianco nella sentenza di condanna dei due imputati, ciò avvenne perché il sindaco quel giorno, invece di uscire dall'assemblea consiliare in quanto evidentemente incompatibile, interveniva "continuamente, al fine di ottenere la dichiarazione di pubblica utilità ed esercitando continue richieste ed esortazioni sui consiglieri che, anche in ragione di tali interventi, votavano favorevolmente". Insomma, una dichiarazione di utilità praticamente 'estorta' con pressioni politiche ma deliberata e protocollata da un Consiglio comunale alla quale il sostituto procuratore ben poco poteva opporre, anche perché difficilmente il pm Ceccanti avrebbe potuto prevedere ciò che sarebbe accaduto dopo, ovvero adesso.

Ma occorre ancora un passo indietro. La costruzione della centralina prevedeva l'indispensabile esproprio di terreni, esproprio per i quali la società Varere aveva richiesto e ottenuto dalla Regione opportuni decreti nel maggio del 2020, un mese prima degli arresti. E il 9 giugno, l'ufficio stampa della Presidenza di giugno diffuse la nota con la quale si annunciava che "a seguito delle informazioni apprese dagli organi di stampa in ordine alla pendenza di un procedimento penale concernente l'impianto di Gallian, il procedimento di asservimento, esproprio e di occupazione temporanea è sospeso fino a che non saranno note le determinazioni dell'Autorità Giudiziaria". Determinazioni che sono note da tempo: doppia condanna per corruzione impropria. Il mercimonio, dunque, è stato ampiamente provato e sanzionato con diminuzione pena per via del patteggiamento ma, per effetto della derubricazione del reato non è più sufficiente a impedire che quella centralina a Gallian di Oyace, nonostante arresti e condanne, si faccia perché "di pubblica utilità". E infatti si farà e la realizzerà la stessa Varere srl. Tutto come se niente fosse successo, insomma.

Dalle carte giudiziarie a quelle amministrative ed è un colpo di scena

E' nero su bianco nel provvedimento dirigenziale regionale 7576 del 13 dicembre 2024, poco più di un mese fa, che ha per oggetto la "riattivazione del procedimento espropriativo" per la "costruzione ed esercizio di un impianto idroelettrico con derivazione dalle risorgive ubicate in località Plan Praz con centrale di produzione in località Gallian nel comune di Oyace". Otto pagine che spiegano come il 18 marzo 2022 il legale della società Varere srl abbia richiesto la revoca della sospensione dell'esecuzione del decreto di esproprio e di tutto quel che ne consegue e che la Regione abbia avviato tutti gli approfondimenti del caso alla luce della vicenda giudiziaria. La 'chiave' che riaccende o meglio riattiva l'iter degli espropri e quindi della costruzione della centralina sta in poche ma pesanti righe del provvedimento: "La Struttura gestione demanio idrico ha evidenziato (...) che la Regione Valle d'Aosta, allo stato attuale, non è dotata di una specifica norma che disciplini la revoca delle concessioni di derivazione d'acqua per cause legate al mancato possesso di requisiti soggettivi da parte dei concessionari (...) e che nel dispositivo della già citata sentenza 106/2021 non è prevista l'applicazione di eventuali pene accessorie previste dall'articolo 317bis del codice penale, non automaticamente consequenziali all'applicazione della pena e quindi anche quella di contrarre con la Pubblica amministrazione".

Quindi, nel caso in questione "si ritiene che il concessionario (Varere srl) non essendo impedito a stipulare contratti con la Pubblica amministrazione possa anche permanere titolare di un provvedimento concessorio per consentirgli l'uso di una risorsa altrimenti non disponibile". Quindi la Regione ha ritenuto che "la sentenza 106 del 2021 di condanna del signor Petitjacques, attuale amministratore unico della società Varere srl non costituisca elemento ostativo al mantenimento dei titoli concessori (...) e pertanto il procedimento di revoca della subconcessione attribuita alla Varere srl con decreto del Presidente della Giunta 451 in data 22 ottobre 2019 (...) viene definitivamente archiviato".

Il procedimento di esproprio per la costruzione della centralina a Oyace è di fatto pienamente riattivato. 

pa.ga.

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