Aiutare i giovani detenuti ed ex detenuti nel percorso di reinserimento nella società, attraverso delle opportunità di lavoro che allo stesso tempo contribuiscano alla crescita e allo sviluppo delle imprese artigianali e del made in Italy. È l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato questa mattina dalla Cna, la Confederazione nazionale degli artigiani imprenditori d'Italia, con la Comunità di Sant'Egidio, che metterà in contatto le migliaia di aziende aderenti in cerca di dipendenti con ragazzi al termine del percorso detentivo negli istituti di pena minorili e non (non è previsto un limite di età) del Paese. A siglare l'accordo, nella sede romana della Cna di piazza Armellini, sono stati il presidente della Confederazione, Dario Costantini e il segretario generale di Sant'Egidio-Acap, Cesare Giacomo Zucconi. Presenti anche il segretario generale della Comunità, Paolo Impagliazzo e il segretario generale della Cna, Otello Gregorini.
Da lunedì, ha spiegato Costantini, "con la nostra Direzione nazionale veicoleremo a tutte le nostre oltre mille sedi in Italia il protocollo e l'accordo con la Comunità di Sant'Egidio avvicineremo questi ragazzi alle nostre aziende che stanno cercando dipendenti. Il nostro mondo, quello dell'artigianato italiano, nei prossimi 5 anni chiederà 400.000 persone al mondo del lavoro e quindi c'è un bisogno grande: la Confederazione è molto impegnata su questo tema, eroghiamo formazione in tutta Italia e abbiamo calcolato che lo scorso anno abbiamo erogato 2 milioni e mezzo di ore di formazione". Il presidente della Cna ha poi ricordato che "abbiamo sottoscritto già un protocollo con la Comunità di San Patrignano per accogliere i giovani che escono da quel percorso di recupero che è sempre basato sul lavoro. Inoltre nelle prossime settimane ospiteremo il ministro Valditara, ministro dell'Istruzione e del Merito, anche qui per un protocollo per entrare nelle scuole e spiegare ai giovani che il lavoro è sempre e comunque dignità, anche quando ci si sporca le mani".
E poi, ha proseguito Costantini, "da due anni siamo impegnati sul progetto dei corridoi professionali. La Cna ha scritto il primo progetto europeo per l'artigianato sui corridoi professionali, l'abbiamo scritto con il ministero dell'Interno, il ministero del Lavoro, il ministero degli Esteri, l'abbiamo veicolato a Bruxelles ascoltando le loro richieste di modifica per poter utilizzare i fondi europei destinati ai corridoi professionali per quelle aziende che, ovviamente, sono piccole e non si possono permettere grandi investimenti per trovare nuovi dipendenti. Poi siamo andati in Egitto, abbiamo firmato una convenzione con l'Istituto Salesiano Don Bosco, abbiamo firmato una convenzione con l'Istituto Dante Alighieri del Cairo, abbiamo firmato una convenzione con la Flei, il sindacato dei lavoratori egiziani in Italia". Il progetto, ha spiegato, "è quello di andare là a formare dei giovani, a insegnare loro la lingua italiana e le regole del nostro Paese, tutto questo per
permettere a questi giovani di venire non solo a lavorare in Italia, ma di integrarsi in Italia, e quindi non vivendo tutti i problemi che oggi, sappiamo bene, caratterizzano la cronaca spesso nera della nostra società".
Dopodiché, "finito il percorso di formazione che sarà cura di artigiani italiani, faremo i colloqui online: abbiamo già selezionato le aziende per far arrivare questi ragazzi in Italia già con un posto di lavoro. Attraverso la Comunità europea saremo in grado di permettere a queste ragazze e questi ragazzi di avere l'alloggio gratis per i primi tre mesi di soggiorno in Italia, proprio per un discorso di inserimento e di integrazione. Ci sono due problemi, quello della ricerca di personale da parte delle nostre aziende e quello di flussi migratori spesso senza controllo: poi da due problemi vogliamo trovare una soluzione per dare una speranza a questi giovani e per dare un futuro alle nostre imprese. Le nostre imprese, come il resto d'Europa, stanno vivendo l'inverno demografico, il 55% dei piccoli imprenditori italiani ha più di 50 anni, il 10% ha più di 70 anni e quindi la Confederazione, ancora di più, si mette in gioco per dare una risposta alle nostre imprese".
Zucconi (Sant'Egidio): "Restituiamo dignità e futuro a ragazzi"
Questo protocollo, ha dichiarato Zucconi, "mira a sostenere il reinserimento di ex detenuti nel mondo del lavoro, e quindi questa sponda offerta dagli artigiani e dalla Cna può permettere, speriamo a molti giovani, di cominciare un percorso diverso nella propria vita, di trovare una svolta e la dignità di un lavoro per il reinserimento, speriamo definitivo, nella società". Sant'Egidio, ha sottolineato il segretario, "lavora molto nelle carceri in tante regioni italiane e vediamo questo bisogno, proprio per evitare che dopo l'uscita dal carcere ci si ritorni. È un fatto molto importante che mira soprattutto ai giovani e al loro futuro per una vita dignitosa e pienamente inserita nel contesto sociale".
Dai corridoi professionali della Cna, a quelli umanitari di Sant'Egidio. "Il corridoio umanitario è un lavoro che ormai da tanti anni Sant'Egidio porta avanti, abbiamo portato ad oggi circa 10.000 persone prevalentemente in Italia ma anche in altri Paesi europei, e sono vie legali e sicure che permettono a persone in fuga dalla guerra, a persone vulnerabili di venire in Italia e di inserirsi nella nostra società", ha spiegato Zucconi. "Sono i nuovi italiani, come li chiamiamo noi, e c'è un grande lavoro sull'integrazione e l'inclusione nelle nostre società di queste persone, per cui i bambini vanno subito a scuola e gli adulti cominciano subito a imparare la nostra lingua, che è la chiave anche per inserirsi nella nostra società. Da lì- ha continuato il segretario generale di Sant'Egidio-Acap- si cercano dei percorsi professionali perché, come ha detto anche il presidente Costantini, c'è un grande fabbisogno di lavoratori nell'industria e in tanti settori del nostro Paese, così come in tanti altri Paesi europei per via dell'inverno demografico, della difficoltà di trovare soprattutto alcune categorie di lavoratori".
A questo, ha sottolineato Zucconi, "si aggiunge nell'ultimo periodo anche la firma di un protocollo con il Governo italiano per i corridoi lavorativi, che si ispirano alla buona pratica dei corridoi umanitari. Sono tre i Paesi da cui verrebbero questi lavoratori, la Costa d'Avorio, il Libano e l'Etiopia, e si prevede, dopo una formazione in loco, il trasferimento in Italia, dove li attendono già delle imprese o realtà che gli offrirebbero un lavoro, ovviamente con un periodo di prova. È un accordo win-win, perché da una parte rispondiamo a un bisogno che viene espresso da tante realtà imprenditoriali italiane e dall'altra anche alla necessità di trovare un lavoro e una vita migliore per tante persone che nel proprio Paese non hanno prospettive", ha concluso il rappresentante della Comunità di Sant'Egidio.