Ambiente - 18 marzo 2025, 19:07

Straordinaria impresa alpinistica di Hervé Barmasse sul Gran Sasso

Qui e in foto nell'articolo, Hervé Barmasse durante il primo concatenamento e traversata integrale di tutte le vette principali del massiccio del Gran Sasso d'Italia

Qui e in foto nell'articolo, Hervé Barmasse durante il primo concatenamento e traversata integrale di tutte le vette principali del massiccio del Gran Sasso d'Italia

"Chiamatela Route 67". Il suggerimento è l'attacco della nota stampa che narra l'ultima straordinaria impresa dell'alpinista valdostano Hervé Barmasse e lo si può prendere alla lettera perché 67 sono i chilometri percorsi con ramponi e sci da  Barmasse sul Gran Sasso, il massiccio sul quale il forte scalatore, primo a riuscirci, ha realizzato - in solitaria e in inverno - il concatenamento e la traversata integrale di tutte le vette principali, affrontando un dislivello complessivo di 7.200 metri tra pareti e creste.  

Partito dal passo delle Capannelle il 6 marzo, spiega la nota, Barmasse ha salito e sceso Monte Franco, Monte Jenca, Pizzo Camarda, Malecoste, Monte Corvo, Pizzo Intermesoli, Giovanni Paolo II, Pizzo Cefalone, Portella e Corno Grande. Quest’ultimo, che rappresenta la cima più alta, è stato salito e sceso con gli sci in notturna.

 “Concludere in questo modo la prima giornata è stato stupendo”, spiega l’alpinista valdostano. “Lassù, il vento sbatteva la mia giacca, guardavo a 360 gradi le luci delle case sino al mare Adriatico, ed ero felice. Una magia e un’emozione grande, un ricordo che porterò per sempre con me”.  

Il secondo giorno l’avventura è proseguita verso est. Tra le cime salite, il Monte Aquila, Brancastello, Torri di Casanova, Monte Infornace, Monte Prena, Monte Camicia e Tremoggia.  

“Me lo aspettavo meno faticoso, ma con la neve abbondante, tra torri di roccia e canali, spesso sprofondavo sino alla vita. Però è così che mi ero immaginato questo viaggio. La dimensione avventura nasce dall’intuito e dalla creatività dell’alpinista e anche dalla sua onestà. L’anno passato, ad esempio, non c’era neve e se avessi provato, le cose sarebbero state più facili, ma avrei potuto parlare di ascensione invernale? Il calendario oggi non fa più la differenza … La nostra etica e i nostri ideali si”.  

Ad accoglierle Barmasse all’arrivo c’erano gli amici aquilani e una bottiglia di Passerina. “Mi sono affezionato a questi luoghi grazie alle tante persone incontrate sul set di ‘Monte Corno - Pareva che io fossi in aria’, il film di Luca Coccoccetta e più in generale sugli Appennini durante alcune mie conferenze. Da quelle esperienze e quegli incontri ho sempre coltivato l’idea di vivere un’esperienza alpinistica in queste zone. La mia più sincera gratitudine va a loro”.   

red.laprimalinea.it

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