La Valle d'Aosta è chiamata con sempre maggiore urgenza a riflettere su una realtà dolorosa e spesso invisibile: il suicidio. Nel 2024 la nostra regione ha registrato 20 casi; già nei primi mesi di quest'anno sono stati riportati tre nuovi tragici episodi e altri 'tentativi' si sono verificati. Questi dati preoccupanti mettono in evidenza una realtà dolorosa che colpisce il territorio, sottolineando l'urgenza di rafforzare le politiche diprevenzione e sensibilizzazione.
Con l’obiettivo di comprendere meglio le cause di questo fenomeno e le risposte messe in campo, è fondamentale riflettere su come la comunità e leistituzioni possano collaborare per offrire supporto a chi si trova in difficoltà.
In questo contesto, l'associazione'Il Mandorlo Fiorito' ha organizzato un incontro dal titolo ‘7 Tazze di tè’, che si terrà venerdì 21 marzo alla Biblioteca di Donnas.
L'invito de 'Il Mandorlo' è di partecipare a questo momento di riflessione, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e stimolare un dialogo aperto su un tema che coinvolge da vicino molte persone.
Paola Longo Cantisano (nella foto), referente del Mandorlo Fiorito, spiega che "è necessario agire su più fronti, ognuno con la propria competenza, ma cercando di lavorare in sinergia. Il nostro apporto deriva dalle conoscenze acquisite grazie al nostro vissuto, che serve nel contatto con le persone in sofferenza, le quali si possono rispecchiare in noi, ma anche riconoscerci come un esempio di resilienza. Siamo utili nelle attività di ascolto senza giudizio e di condivisione con altri sopravvissuti; nella sensibilizzazione della popolazione rispetto al tema; nel fare corretta informazione, necessaria per superare lo stigma sociale e il pregiudizio, che ostacolano le richieste di aiuto, e lasciano le persone in una condizione di solitudine e disperazione, prive di aspettative e di speranza. La nostra associazione, come rappresentato dal nostro nome e dal nostro simbolo, vuole essere portatrice di Speranza e per questo motivo, attraverso le sue iniziative, vuole raggiungere sempre più persone e renderle consapevoli delle problematiche legate al malessere psicologico e al dolore mentale, alla base dei pensieri suicidari, e incoraggiarle a chiedere aiuto".
Il problema dei ponti ad alto rischio suicidario, o ponti Hotspot, veri e propri richiami per le persone in crisi, "è il primo tema che abbiamo affrontato come associazione fin dal 2020 - spiega la referente del Mandorlo Fiorito -, prima ancora della nostra effettiva costituzione. La nostra funzione è stata, ed è sempre, quella di sostenere convintamente l’importanza degli interventi di messa in sicurezza di questi luoghi, con sistemi anticaduta adeguati ed efficaci, e continuare ad esserne promotori presso le istituzioni competenti, Regione e comuni. Per sfatare la convinzione stigmatizzante di alcuni, per cui, intervenire su luoghi deputati al suicidio, sposti soltanto la scelta della persona in crisi, ad altro luogo o ad altro metodo, vi sono pubblicazioni scientifiche internazionali e importanti esperti di suicidologia, che sostengono che intervenire con opere strutturali efficaci, oltre ad azzerare le azioni suicidarie in quei luoghi, contribuisce alla riduzione significativa delle percentuali complessive di azioni portate a compimento nella comunità interessata.
Il Giappone, per esempio, che ha sempre avuto altissimi tassi di suicidi, ha negli ultimi anni fortemente ridotto tali numeri, intervenendo concretamente su ponti, alture e stazioni ferroviarie con barriere e altri sistemi innovativi".