Editoriale - 20 aprile 2025, 07:50

Pasqua di speranza, tra ferite della terra e silenzi dell’anima

Pasqua di speranza, tra ferite della terra e silenzi dell’anima

La primavera dovrebbe portare con sé la leggerezza del risveglio e la speranza del rinnovamento; la Valle d’Aosta si è trovata invece a fare nuovamente i conti con un maltempo che ha colpito duramente il nostro territorio, ricordandoci una volta di più – con la forza delle acque, del vento, con frane ed esondazioni – quanto fragile sia l’equilibrio tra uomo e ambiente.

Le immagini di strade interrotte, vallate isolate, terreni allagati e opere pubbliche messe alla prova dallo sfogo naturale degli elementi ci impongono una riflessione profonda: tanto è stato certamente fatto dai giorni dell'alluvione del 2000 a oggi, ma il clima è cambiato radicalmente e non possiamo più rimandare l’attuazione di nuove, concrete e lungimiranti politiche per la tutela ambientale e la sicurezza idrogeologica.

E, come se non bastasse, sono tornate a galla – puntuali – le ennesime problematiche legate alla viabilità locale: rallentamenti, blocchi, code infinite e l’ormai strutturale fragilità della rete viaria valdostana che mette a dura prova residenti e visitatori. In questo scenario, cresce la speranza condivisa che il tunnel del Gran San Bernardo colpìto dagli effetti nefasti di una valanga possa riaprire quanto prima, restituendo almeno un importante collegamento strategico alla regione.

Allo stesso tempo, mentre la natura ci lancia segnali sempre più forti, anche il tessuto sociale sembra farsi più fragile. Le cronache raccontano di un preoccupante aumento dei casi di violenza, di conflittualità che esplodono in famiglia e nelle relazioni, ma anche di una crescente difficoltà delle persone a comunicare, a comprendersi, a trovare un terreno comune – persino laddove, per ruolo e responsabilità, ci si aspetterebbe maturità, apertura e dialogo.

In questo scenario complesso e a tratti scoraggiante, la Pasqua arriva come un invito urgente a riscoprire il senso profondo della rinascita, invito che ritroviamo nelle meravigliose parole di don Paolo Quattrone nell'odierna Lettura d'arte sulla nostra testata. Non una rinascita fatta di frasi di circostanza, ma quella che chiede coraggio: di ascoltare davvero l’altro, di riconoscere i nostri limiti, di cambiare passo nelle scelte che contano.

A tutti i lettori de Laprimalinea.it, (ma anche a chi non la legge) l’augurio sincero che questa Pasqua sia occasione di riflessione e di rinnovamento autentico – per noi, per le nostre comunità, per la nostra amata terra.

 

Buona Pasqua.

 

Patrizio Gabetti

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