Paolo Quattrone, classe 1974, è sacerdote della Diocesi di Aosta dal 2004; è parroco di quattro parrocchie dislocate all’ingresso della Valle: Donnas, Vert, Hône e Bard ed è vicario foraneo della zona 5. Proprio a Bard è Presidente dell’Oratorio inter-parrocchiale 'Giovanni Paolo II'; don Quattrone è anche docente di religione presso le Scuole Superiori dell’ISILTEP di Verres.
E' Laureato in Arte e Antropologia del Sacro presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e in virtù di questa sua specializzazione realizza periodicamente delle interessanti letture in cui 'racconta' un'opera d'arte religiosa.
'Letture d’arte', così si chiamano gli interventi, sono commenti delle letture della domenica in cui don Quattrone compie un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte.
Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.
Il sacerdote valdostano ci accompagnerà con inserti del Vangelo del giorno e commenti audio esortanti ed esplicativi su come mettere in pratica la Parola di Dio nella vita quotidiana.
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Lettura biblica del 21 aprile
Dagli Atti degli Apostoli
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli ínferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli ínferi, né la sua carne subì la corruzione.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
Di seguito il commento audio alla lettura